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Abramo Allione

Disambiguazione – Se stai cercando le edizioni musicali, vedi Edizioni Musicali Abramo Allione.

Abramo Allione (Torino, 5 novembre 1895Milano, 29 dicembre 1982) è stato un produttore discografico, editore e compositore italiano.

Biografia

Figlio di un industriale tessile torinese e di una discendente della famiglia Schiaparelli, a quindici anni si trasferisce in Brasile seguendo il padre e iniziando a lavorare in un negozio di musica (di cui è appassionato).

Torna a Torino dopo la morte del genitore e nel 1912 fonda il periodico L'estudiantina che affronta sia la musica classica che quella leggera; quattro anni dopo fonda L'Araldo Musicale, e apre un negozio di musica in via Carlo Alberto.

Nel 1919 si iscrive alla Siae come compositore e come editore musicale, fondando le Edizioni Musicali Abramo Allione: collabora con Odoardo Spadaro (che gli dà in edizione la sua celebre Ninna nanna delle dodici mamme) e con Anacleto Francini (Bel Ami).

Nel 1922 apre una filiale a Parigi, che gli consente di comprare i diritti di molte musiche estere (e di diffondere canzoni italiane).

Tra i successi che pubblica sono particolarmente conosciute Nilo blu, Sotto il cielo delle Antille, Creola e Nannì (il cui vero titolo è, in realtà, 'Na gita a li Castelli), interpretata da Ettore Petrolini.

Interrompe l'attività durante la seconda guerra mondiale, per riprenderla negli anni '50; in questo periodo sposta la sede da Torino a Milano.

Il primogenito, Miro Allione, si dedica allo studio della matematica e successivamente alle telecomunicazioni. Abramo, dopo aver chiamato il secondo figlio Italo per affiancarlo nella gestione dell'attività, nel 1965 fonda la casa discografica Equipe, di cui il figlio diventa direttore artistico.[1]

Nel 1974 si ritira da ogni attività, lasciando anche le edizioni musicali al figlio Italo, scomparso nel 2017[2].

Note

  1. ^ Allione diventa fonografico, pubblicato su Musica e dischi di novembre 1965, pag. 6
  2. ^ ITALO ALLIONE - Scheda Defunto - Necrologi Corriere della Sera, su necrologi.corriere.it. URL consultato il 13 febbraio 2024.

Bibliografia

Voci correlate

Collegamenti esterni

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