Sperandio, medaglia di Andrea Barbazza di MessinaConsilium, inc. Illud veterum..., manoscritto, XV secolo
Andrea di Bartolomeo nacque intorno al 1410 a Messina. Il soprannome di "Barbazza", con cui era noto, era dovuto probabilmente alla sua folta barba (benché in alcuni ritratti ne appaia privo) e fu adottato come cognome dai suoi discendenti.[1]
Giunse all'ateneo bolognese nel 1430, intraprendendo inizialmente studi di medicina, passando in seguito a studiare legge sotto Giovanni da Imola, Giovanni d'Anagni e altri. Si laureò nel 1439; nello stesso anno – grazie alla buona reputazione acquisita nel frattempo – gli fu offerta una cattedra di diritto canonico.[1]
Nel 1444 si trasferì all'università di Ferrara come lettore, dove rimase per due anni. Nel frattempo non mantenne l'impegno di andare ad insegnare a Pavia, dove per questo venne condannato in effigie al pubblico ludibrio.[1]
Andrea Barbazza divenne molto ricco esercitando la professione di avvocato e fu consigliere di Ferdinando d'Aragona,[1] re di Napoli. Sposatosi nel 1455, ebbe sei figli, uno dei quali, Bartolomeo, fu a sua volta giurista e docente a Bologna.[1]