Nato da una famiglia di origine carnica, apprese i primi rudimenti dell'arte dal padre marmista. Una statua raffigurante Galileo gli valse l'esonero dal servizio militare tra i ranghi dell'esercito d'Austria. Frequentò l'Accademia di Belle Arti di Venezia e fu allievo di Michelangelo Grigoletti, Luigi Ferrari e Luigi Borro. Nel 1870 divenne professore di modello e anatomia alla Scuola Superiore d'Arte applicata all'Industria e nel 1879 passa all'Accademia dove insegnerà sino alla morte; dal 1895 al 1912 ne fu pure direttore.
Nel 1889 sposa Ida Lessiak, vedova di Carlo Naya, venendo quindi in possesso del celebre studio che questa aveva ereditato dal primo marito[1]. Nel 1893, alla morte della Lessiak, venne da questa indicato come unico erede della ditta fotografica, della cui direzione incaricò Antonio Boschetto. La ditta avrebbe chiuso definitivamente con la morte dello stesso Dal Zotto, e l'archivio venne in seguito rilevato dalla casa editrice Ferdinando Ongania[2]. Le sue statue, di stampo verista, riguardano soprattutto l'ambito celebrativo e sepolcrale.