L'arabizzazione (in arabo تعريب?, taʿrīb) è un processo culturale attraverso il quale si diffondono e si radicano la lingua, la cultura e l'identità araba. Questo processo fu evidente a partire dal Medioevo in Vicino Oriente e in Nordafrica. A partire dal XX secolo, in seguito alla decolonizzazione, molti governi dei Paesi arabi implementarono politiche di arabizzazione in ambito sociale e culturale, promuovendo ad esempio la lingua araba a scapito di quella francese e inglese o di lingue autoctone, come la lingua berbera o quella curda. Le politiche di arabizzazione del XX secolo hanno favorito in particolare l'arabo standard.
In Medio Oriente
Violente politiche di arabizzazione vennero implementate dai partiti ba'thisti in Iraq e Siria contro le popolazioni curde. Nell'ambito del genocidio dell'Anfal, il regime di Saddam Hussein in Iraq represse l'identità curda e deportò centinaia di migliaia di curdi da Kirkuk, favorendo loro operai arabi. In Siria venne revocata la cittadinanza siriana a decine di migliaia di curdi e migliaia di arabi vennero insediati nelle regioni a maggioranza curda, in modo da alternarne la composizione etnica.
In Maghreb
Politiche di arabizzazione in ambito culturale vennero implementate dai Paesi del Maghreb, in particolare dall'Algeria. Tuttavia il francese rimase nei dominante nei settori amministrativo e universitario. Le politiche di arabizzazione, benché mirate ufficialmente a combattere l'uso del francese, finirono per accanirsi contro l'identità berbera. Le misure repressive contro l'identità berbera favorirono la nascita del berberismo, movimento culturale e politico la cui attività portò infine la lingua berbera ad essere ufficializzata in Marocco e Algeria negli anni 2010.[1][2]
Note