La diocesi fu eretta nel I secolo e nel secolo successivo fu elevata al rango di sede metropolitana. L'importanza di questa sede fu tale che, nei primi secoli, la diocesi di Bisanzio (la futura Costantinopoli) le era suffraganea. L'antichità della sede di Perinto-Eraclea e la sua preminenza su Bisanzio favorì l'usanza, già attestata nell'XI secolo e codificata nel XIV secolo, che fossero i metropoliti di Eraclea a consacrare vescovo il nuovo patriarca, oppure a consegnargli il pastorale nel caso che fosse già vescovo. Questa tradizione si è mantenuta fino al Novecento.[1]
Nel 177 circa a Eraclea soffrì il martiriosanta Gliceria, il cui culto a Eraclea è attestato fin dal IV secolo.[2] Sono ricordati nei sinassari greci altri santi la cui memoria è legata a Perinto, città che prese il nome di Eraclea nella seconda metà del III secolo[3]: santa Sebastiana, sant'Apelle vescovo, san Marciano, i santi Eutichio, Edisto, Teodoto e Demetrio, e ancora i santi vescovi Domizio e Filippo.
All'inizio del XIII secolo i crociati fondarono l'Impero latino di Costantinopoli e ovunque furono erette diocesi di rito latino in sostituzione di quelle di rito bizantino. Anche Eraclea divenne un'arcidiocesi latina, di cui sono noti alcuni vescovi tra il 1208 e il 1253. In questo periodo non sono noti metropoliti greci di Eraclea.
Con la riconquista della città ad opera di Michele Paleologo fu ristabilito il rito bizantino. Dopo l'occupazione ottomana della regione (XV secolo), il numero delle suffraganee di Eraclea diminuì, o perché soppresse o perché elevate al rango di metropolia: sono ancora attestate 6 suffraganee nel XV secolo, 4 nel 1694, 3 nel 1840 e 2 nel 1901. L'ultima suffraganea di Eraclea fu quella di Miriofito e Peristasi, elevata al rango di metropolia nel 1909.[6]
Nel 1702 la diocesi di Rodosto fu soppressa ed unita ad Eraclea; fino all'Ottocento i metropoliti ebbero il doppio titolo di "vescovi di Eraclea e Rodosto". Nel 1726 la sede dei metropoliti fu trasferita a Rodosto, oggi Tekirdağ, a 40 km. circa ad ovest di Eraclea.[7]
In seguito alla conquista crociata dell'impero bizantino, nel 1204, fu eretta a Eraclea un'arcidiocesi di rito latino. In base ai documenti della cancelleria papale di questo periodo, la sede metropolitana di Eraclea mantenne alcune delle diocesi suffraganee della sede greca: Rodosto, Peristasi, Callipoli, Daonio (chiamata Dariensis o Daniensis) e Zorolo (chiamata Churlotensis).
Di questo periodo della storia ecclesiastica di Eraclea sono noti alcuni arcivescovi di Eraclea, per lo più anonimi, che furono incaricati dai papi di delicate missioni a Costantinopoli e in Tracia. Il primo di questi fu Gervasio, di origini veneziane, documentato come vescovo eletto il 17 aprile 1208, consacrato prima del 23 novembre 1209 ed infine nominato patriarca latino di Costantinopoli nel mese di novembre 1215.
Una lettera di papa Onorio III del 12 febbraio 1221 attesta l'esistenza a Eraclea di un capitolo dei canonici, con un decano e 11 canonici.[9]
Con la fine della presenza cristiana ortodossa a Eraclea e nel suo territorio (1923), il patriarcato ecumenico di Costantinopoli ha iniziato ad attribuire il titolo di Eraclea a metropoliti non residenti.[10] L'ultimo titolare è stato Fozio Savvaidis, già metropolita di Imbro e Tenedo, morto il 24 giugno 2007.
^Stiernon, Dictionnaire d'histoire et de géographie ecclésiastiques, vol. XXIII, col. 1324.
^Stiernon, Dictionnaire d'histoire et de géographie ecclésiastiques, vol. XXIII, col. 1322.
^Benché non vi sia più una presenza cristiano-ortodossa nel territorio, dal punto di vista canonico la metropolia di Eraclea non è mai stata formalmente soppressa dai patriarchi di Costantinopoli (Kiminas, The ecumenical patriarchate…, pp. 215 e seguenti).
^(LA) Concilium universale Chalcedonense, volumen quintum: Collectio Sangermanensis, in «Acta Conciliorum Oecumenicorum», edidit Eduardus Schwartz, vol. II/5, Berlino-Lipsia, 1936, p. 26,20 e 28,12.
^I vescovi Bartolomeo II, III e IV potrebbero essere lo stesso vescovo che occupò la sede di Eraclea più volte.
^Eletto eletto patriarca di Costantinopoli nel 1707, la sua elezione non fu riconosciuta dal governo ottomano; riprese allora il suo posto a Eraclea, dove rimase fino alla morte.