La rete ecologica regionale della Regione Piemonte è stata istituita e formalizzata a partire dal 2009 tramite il "Testo unico sulla tutela delle aree naturali e della biodiversità"[1] (Legge regionale 29 giugno 2009, n. 19 e successive integrazioni)[2] che ha riconosciuto e definito le diverse tipologie di aree protette regionali.
Della rete ecologica regionale fanno parte:
Il sistema regionale delle aree protette che comprende:
i parchi nazionali per la parte ricadente sul territorio regionale
le riserve naturali statali per la parte ricadente sul territorio regionale
Il Parco nazionale del Gran Paradiso, istituito nel 1922, è il più antico Parco nazionale italiano insieme al Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise. Si estende a cavallo delle regioni Valle d'Aosta e Piemonte ed è gestito dall'Ente Parco Nazionale Gran Paradiso, con sede a Torino. Si estende per una superficie di circa 70.318 ettari, su un terreno prevalentemente montagnoso.
Il Parco nazionale della Val Grande fu istituito nel 1992. Contiene la zona selvaggia più estesa d'Italia. Comprende un'intera valle della provincia del Verbano-Cusio-Ossola. Si estende per una superficie di circa 17.021 ettari, su un terreno prevalentemente montagnoso.
Riserve naturali statali
Entrambe comprese nel territorio del Parco nazionale della Val Grande
Parco naturale del Po Piemontese dal 1º gennaio 2021[5] incorpora le riserve naturali lungo il corso del Po nel tratto torinese e nel tratto alessandrino-vercellese.[4]
Area contigua del Po piemontese,[4] dal 1 gennaio 2021[5] incorpora l'Area contigua della Fascia fluviale del Po-tratto torinese e l'Area contigua della Fascia fluviale del Po-tratto vercellese-alessandrino
Del Sistema regionale delle Aree protette sono parte integrante i sette "Sacri Monti" piemontesi che dal 2003 fanno parte della Lista del Patrimonio Mondiale dell'UNESCO:
Godono inoltre di forme di vincoli e tutela un elenco individuato a livello regionale di giardini storici di valenza storica e botanica e giardini botanici.