Sorge 74 m s.l.m ed ha una superficie di 4.7 km² suddivisi in 0.2 km² di terreni agricoli, 0.3 km² per il centro storico, 1.3 km² industrie, 2.9 km² edilizia residenziale recente e nessuna area boschiva.
Il territorio è interamente pianeggiante, situato nella pianura campana centrale, alle pendici dell'apparato vulcanico flegreo, dove anticamente dovevano confluire corsi d'acqua sia dalle colline flegree che dall'appennino, probabilmente emissari del Clanio e del Bellaria che defluivano sia verso il Lamia e dunque verso la valle del Sebeto e il golfo di Napoli che verso il Clanio e dunque il golfo di Gaeta.
Il territorio è in gran parte cementificato, restano poche tracce rurali e nessun corso d'acqua.
Storia
L'origine del nome Arzano è molto contorta. Secondo i più importanti storici come: Francesca Capocchia ,Thomas Turbato, Francesco Lione e Fracesca Agata il termine Arzano deriva dall'arzanese (terra d’amor) in italiano "terra d'amore". La città si trova a 4 passi da Frattamaggiore ed è sempre stata un importante polo economico italiano. Gli storici pensano che Arzano sia stata la capitale dell'impero "Napoli nord". È risalente al periodo della Magna Grecia; gli antichi greci arrivati sulle sponde di Napoli decisero di fondare le loro colonie a nord della città, zona che oggi conosciamo come “Napoli nord” (Arzano, Casoria, Fratta ecc…). Nel III secolo d.C gli antichi arzanesi costruirono uno dei più importanti monumenti antichi ovvero la "Rötœñð' ə Æřžåŋ" conosciuta anche come "la Rotonda di Arzano". Gli arzanesi progettarono anche insieme a tutti i paesi napoletani una strada: "ĽÆߧ Mēðįæṅ " in italiano "Asse Mediano" . Nel XI secolo d.C l’impero arzanese crollò lasciando spazio ad altre popolazioni.
Il secondo documento è dell'anno 1110 durante l'impero di Alessio, il terzo è del 1291, del periodo angioino e in cui Arzano viene chiamata con il nome Artianu.
Arzano nasce come territorio facente parte della Liburia (oggi Terra di Lavoro), attraversata dal fiume Clanio. Tra il VII e l'VIII secolo fu devastata dalle lotte interne tra i duchi di Napoli e il ducato longobardo di Capua e Benevento. Nel XII secolo fu assorbita nel Ducato di Napoli e restò, per la sua vicinanza al capoluogo, un casale demaniale godendo degli stessi privilegi fiscali. Nel XIII secolo iniziarono delle opere di bonifica, volute dagli angioini, nella zona del fiume Clanio. Di questo periodo è anche la facciata della chiesa dell'Annunziata (ancora visibile), laddove come in tutta l'Europa occidentale ci fu un grande fervore religioso, successivo alla scisma fra chiesa ortodossa e chiesa cattolica, ed essendosi affermato e rafforzato enormemente il potere della chiesa di Roma furono costruite, come su gran parte del territorio europeo, numerose chiese – prima ce ne erano solo nelle grandi città e la pratica religiosa non era così sentita – facendo capo al riaffermato e rafforzato potere cattolico.
Tuttavia nel XIV secolo Arzano fu travolta da una grave crisi demografica. Fu nel XVI secolo che i lavori di fertilizzazione del terreno ripresero grazie al viceré, il conte Lemos, che affidò il progetto all'architetto Giulio Cesare Fontana. Questo progetto prevedeva la creazione di una serie di canali, i Lagni, utilizzati dai cittadini per ammorbidire la canapa. Nel 1637 si rischiò di perdere il casale e di cederlo nelle mani del demanio regio, provocando proteste da parte dei cittadini. Purtroppo nel 1656 la popolazione si dimezzò a causa della peste.
La città era suddivisa in diversi casali, tra quelli storici vi sono : Piazza Chiesa, Parrocchiale, Mezzo Arzano, Pellegrino, Piazza Silvestro, Forno, Torre, Piazza Incensi, Piazza Caiazza, Piazza Nuova, Piazza dei Pettini, Piazza Sorgente, Casa Piscopo, Sardanetta, Piazza Arzaniello, Arzaniello, Centimmo, Vergini, Trevici, Casa Ruta, Lavinaro e All'Angelo.
Nel 1806 furono emanate le Leggi eversive della feudalità che decretarono la fine di tutti i privilegi feudali nel Regno di Napoli e l'inizio dell'Amministrazione comunale.
Dal 1813 al 1860, l'abitato di Arzano si concentrò sulla struttura urbana, ponendo l'attenzione su strade ed edifici pubblici e privati. Si racconta anche che prospiciente alla piazza principale sorgesse il palazzo di un nobile con titolo addirittura di principe, probabilmente residenza di campagna della vicina nobiltà cittadina. Con il periodo fascista (1922-1943) l'amministrazione, come per tutti gli altri comuni italiani, passò nelle mani di un podestà. Negli anni sessanta la città ha vissuto intensamente il boom economico nazionale, sviluppandosi industrialmente come poche altre in Campania, tanto da meritarsi l'appellativo con Casavatore e Casoria di "Brianza del sud" e triangolo industriale napoletano.
Nel 1990 Arzano divenne famoso per essere il comune in cui era ambientata la raccolta Io speriamo che me la cavo, scritta dal maestro Marcello D'Orta. Dopo la crisi economica del 2008 la ripresa, facendo il paragone al fervore industriale degli anni Sessanta e la grande abbondanza degli anni Ottanta, è uno degli obiettivi fondamentali della città.[6]
Il comune di Arzano è stato nel corso degli ultimi quindici anni più volte sciolto e commissariato per infiltrazioni mafiose[7][8]. L'ultimo commissariamento risale al 20 maggio 2019, quando, con un provvedimento del Consiglio dei Ministri, è stato rilevato "che, all’esito di approfonditi accertamenti, sono emerse forme di ingerenza da parte della criminalità organizzata che espongono il Consiglio comunale di Arzano (NA) alla compromissione del buon andamento dell’attività amministrativa". Il provvedimento deliberava pertanto "lo scioglimento per un periodo di 18 mesi, a norma dell'articolo 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, affidandone la gestione a una Commissione straordinaria"[9]. Il commissario prefettizio ha successivamente ricevuto minacce di morte[10].
Dal 14 ottobre 2020 al 4 novembre 2020 la città di Arzano viene decretata zona rossa, dopo l'ordinanza della Regione Campania in seguito all'elevato numero di contagi da COVID-19 sul territorio. Con l'ausilio dell'Esercito Italiano, Polizia di Stato e Arma dei Carabinieri vengono disposti dei blocchi stradali, per contenere gli spostamenti sia in entrata che in uscita, nei vicini comuni confinanti.
Simboli
Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con DPR del 25 agosto 1953. Nello stemma sono rappresentati tre steli di canapa di verde, legati da un nastro rosso, su fondo d'argento. Il gonfalone è un drappo di bianco al palo di verde.[11]
Monumenti e luoghi d'interesse
Architetture religiose
Parrocchia di Sant'Agrippino
Campanile Seicentesco
Chiesa della Santissima Annunziata (facciata del XIII secolo)
Cappella di Santa Giustina (1858)
Cappella della Confraternita del Rosario (1634)
Cappella del Salvatore (XVII Secolo)
Cappella della Madonna della Bruna (XI Secolo)
Cappella di Santa Maria della Squillace (X secolo)
Cappella di Santa Maria del Carmine
Chiesa del Sacro Cuore Di Gesù
Chiesa di Santa Maria Assunta in Cielo e San Ludovico da Casoria
[12][13] Durante i lavori di ristrutturazione e di scavo della chiesa di Santa Maria della Squillace da parte della soprintendenza ai beni archeologici di Napoli, sono state trovate delle strutture facenti parte di preesistenti templi di culto risalenti al periodo greco/romano, che testimoniano come quasi sempre gli edifici fossero riutilizzati nel tempo adeguandoli alle diverse divinità.
Nella zona tra le attuali via Luigi Rocco e corso Salvatore D'Amato, all'epoca della costruzione dello stabilimento dell'allora "Metaltecnica SPA" fu ritrovato un sepolcro di presumibile epoca italica, composto da una "lapide" ed all'interno dei vasetti, di cui uno metà "rosso pompeiano"[14].
Al 1º gennaio 2022 i cittadini stranieri residenti ad Arzano erano 570, corrispondenti al 1,7% della popolazione. Le nazionalità maggiormente rappresentate erano:[16]
Museo della cultura contadina e degli antichi mestieri. La sua realizzazione è stata resa possibile grazie alla generosità di un cittadino arzanese, che ha donato gli attrezzi della sua collezione privata. Il Museo si compone di vari oggetti attinenti all’attività contadina e ai mestieri più antichi, disposti per aree tematiche con lo scopo di rievocarne il percorso nella storia. Dal 2020 circa il museo è chiuso senza una data indicata per una possibile riapertura.
Dal 2001 al 2007 nella Villa Comunale si è svolta la rassegna di cortometraggi "Arzano Humor Ciak" diventando un punto di riferimento nazionale per la realizzazione di corti cinematografici esclusivamente comici, ironici, e surreali.
Economia
Vi sono stabilimenti di grandi gruppi industriali nel settore cartario, delle telecomunicazioni, metalmeccanico, tessile e calzaturiero. Arzano è principalmente un polo cartario, infatti vi sono numerosi scatolifici, cartotecniche di medie dimensioni e aziende specializzate nella lavorazione della carta, dall'uso igienico e sanitario a quello alimentare. Inoltre, in loco si trova l'unica cartiera presente sul territorio della città metropolitana di Napoli.
Tra le principali attività produttive del settore cartario, ricordiamo le attività della SEDA, società di imballaggi di rilievo multinazionale che ha espresso un presidente di Confindustria; oltre alla Cartiera Partenope e la Ecocart della famiglia Serrao e ad altre realtà del settore (scatolifici, cartotecniche ecc.). Un'unità produttiva della casa di prodotti micro elettronica STMicroelectronics e l'impresa tessile Kiton. Negli anni sessanta era definita la Brianza del Sud per le numerosissime aziende site nel suo territorio.[17]
Nei primi anni del Novecento l'agricoltura si basava sulla coltivazione del lino e della canapa, che veniva utilizzata per la fabbricazione delle corde, come testimoniato[18] dal simbolo che appare sul gonfalone ufficiale della città, canapa e lino.
L'altra arteria principale è la strada statale 87 Sannitica nuova, variante del vecchio tracciato riclassificato della Sannitica che attraversava i comuni dell'hinterland di Napoli.
L'attuale Corso Salvatore D'Amato si chiamava prima "Rettifilo al Bravo", e fa parte di un assetto viario di importante collegamento che da piazza Capodichino o dalla Strada statale 87 Sannitica in Napoli arriva fino a Frattamaggiore. I "bravi" erano una sorta di guardie del corpo e milizie più alte al soldo dei signorotti di un tempo e nelle zone di Villa Elisabetta (inizio della strada) vi è ancora una località con taverna "al bravo".
Mobilità urbana
Arzano è collegata con la contigua area urbana di Napoli e comuni limitrofi mediante autoservizi pubblici gestiti dall'EAV, subentrata nella gestione delle autolinee ex CTP, municipalizzata entrata in fallimento che ha svolto servizio per l'area atellana, aversana, giuglianese e flegrea con varie difficoltà e interruzioni fino al 2021.
Il territorio è delimitato a sud e ovest dalla circumvallazione, a nord dall'asse mediano e a est dalla linea ferroviaria Napoli-Aversa-Villa Literno che tuttavia non prevede fermata ad Arzano. Questo crea difficoltà nella mobilità ciclopedonale e nei collegamenti con comuni limitrofi.
^M. Bedello Tata, Casoria località Squillace, in "Napoli antica", Napoli 1985, pp. 312-317.
^Dopo un sopralluogo seguito da ulteriori scavi e ricerche della competente autorità fu ritenuto che in luogo non vi fossero ulteriori elementi utili a proseguire le ricerche.