L'attentato di Rishon LeZion del 2002 fu un attentato suicida avvenuto il 7 maggio 2002 in un affollato club di gioco situato nell'area industriale di Rishon LeZion. 16 persone furono uccise nell'attacco e 55 rimasero ferite.[1][2]
Il 7 maggio 2002 alle 23:03, un attentatore suicida palestinese fece esplodere un ordigno esplosivo nascosto all'interno di un club di gioco affollato pieno di persone situato nella nuova area industriale di Rishon LeZion, a soli 10 km a sud di Tel Aviv, uccidendo 16 civili e ferendo 55 persone, 10 delle quali gravemente.[1][2][3][4]
Dopo l'attacco la polizia israeliana dichiarò che l'attentatore suicida trasportava una valigetta piena di esplosivo e indossava anche una cintura esplosiva. La polizia stimò che il peso totale degli esplosivi fosse compreso tra 7 e 8 chilogrammi e affermò che la valigetta conteneva anche frammenti di metallo e bulloni per massimizzare i danni dell'attacco.[5]
Dopo l'attacco Irina Polishchuk, una prostituta illegale ucraina che sposò l'arabo palestinese Ibrahim Sarahne,[8][9] fu arrestata e condannata per aver partecipato all'attentato di Rishon LeZion del 2002 per la sua parte nel portare l'attentatore sul luogo dell'attacco.
Il 18 ottobre 2011 Irina, originariamente condannata a 20 anni di reclusione, venne rilasciata in Cisgiordania nell'ambito dello scambio di prigionieri di Gilad Shalit tra Israele e Hamas.[10]