L'Avvocato generale degli Stati Uniti rappresenta il Governo federale davanti alla Corte suprema. Egli determina la posizione giuridica che gli Stati Uniti assumono presso la Suprema Corte.
Oltre a sovrintendere e condurre le vertenze nelle le quali il governo è parte in causa, l'ufficio dell'Avvocatura generale registra anche comunicazioni scritte amicus curiae nelle quali il governo abbia qualche interesse significativo.
L'ufficio dell'Avvocato Generale patrocina per conto del governo virtualmente in ogni caso in cui gli Stati Uniti sono parte in causa, e anche nella maggior parte dei casi in cui il governo ha ricevuto una comunicazione amicus. Nelle corti federali di appello l'Ufficio dell'Avvocato generale riesamina i casi in cui si è deciso contro gli Stati Uniti e decide se il governo deve appellarsi alla Corte Suprema. Esso riesamina anche i casi decisi contro gli Stati Uniti nelle corti federali di distretto e approva ogni caso nel quale il governo interpone appello.
Composizione dell'Ufficio dell'Avvocato generale
Il capo dell'Avvocatura generale (Solicitor General) è assistito da quattro vice avvocati generali (Deputy Solicitors General) e da diciassette assistenti (Assistants to the Solicitor General). Tre dei vice avvocati generali sono avvocati in carriera presso il Dipartimento della giustizia degli Stati Uniti d'America. Gli altri vice sono noti come "Vice principali" (Principal Deputy) detti talvolta "vice politici" (political deputy) e come l'Avvocato generale lasciano l'incarico al termine di un'amministrazione.
L'avvocato generale o uno dei suoi vice tratta i casi più importanti presso la Suprema Corte. Altri casi possono essere trattati da uno degli assistenti o da un altro avvocato governativo. L'Avvocato generale tende a trattare da 6 a 9 casi presso la Suprema Corte, mentre i suoi vice ne trattano 4 o 5 e gli assistenti 2 o 3 caduno.[2]
Importanza
L'Avvocato generale, che ha i suoi uffici nel Palazzo della Corte suprema degli Stati Uniti d'America, come il quartier generale del Dipartimento della Giustizia, è stato chiamato "il decimo giudice"[3] per la stretta relazione tra i giudici e l'avvocatura generale (e i loro rispettivi collaboratori). Come avvocato che più frequentemente sta di fronte alla Corte, l'Ufficio dell'Avvocatura generale discute dozzine di volte ogni sessione. Per di più, quando l'Ufficio dell'Avvocatura generale accoglie un'istanza per certiorari, la revisione è frequentemente concessa, il che è notevole dato che a solo da 75 a 125 sulle oltre 7500 istanze proposte è concessa la revisione da parte della Corte.[4]
Oltre ai giudici stessi, l'Avvocato generale è tra i membri più influenti e conosciuti della comunità giuridica rispetto alle vertenze presso la Suprema Corte. Sei Avvocati generali sono passati successivamente alla Corte Suprema: William Howard Taft (che è poi diventato il 27º Presidente degli Stati Uniti prima di diventare Presidente della Corte suprema), Stanley Forman Reed, Robert H. Jackson, Thurgood Marshall ed Elena Kagan. Alcuni che hanno occupato altre cariche nell'Ufficio dell'Avvocatura generale sono poi stati nominati alla Suprema Corte. Ad esempio, John Roberts, Presidente della Corte suprema, fu il principale vice avvocato generale durante l'amministrazione di George H. W. Bush e l'associato Samuel Alito fu un Assistente dell'Avvocato generale. L'ultimo ex Avvocato generale a essere nominato alla Corte fu Elena Kagan.[5] Solo un ex Avvocato generale non riuscì a essere nominato alla Corte Suprema: Robert Bork. Comunque a nessun Avvocato generale in carica è stato negato questo incarico. Otto altri Avvocati generali hanno prestato servizio nelle Corti di Appello degli Stati Uniti.
Nel Dipartimento della Giustizia l'Avvocato generale esercita una significativa influenza su tutti i ricorsi presentati dal dipartimento. L'Avvocato generale è l'unico funzionario degli Stati Uniti per il quale è richiesta obbligatoriamente una "preparazione giuridica"[6] Ogniqualvolta il DOJ (Departement of Justice = Dipartimento della Giustizia) vince in un processo di prima istanza e la parte soccombente ricorre in appello, la divisione competente del DOJ interviene automaticamente in difesa della sentenza nel processo di appello. Comunque, se il DOJ è la parte soccombente nel processo, il ricorso in appello può essere promosso solo con il consenso dell'Avvocatura generale.
Richiesta di parere all'Avvocatura generale
Nella determinazione se garantire o meno certiorari nel caso in cui il governo federale non sia parte in causa, la Corte richiede talvolta all'Avvocato generale di intervenire con la propria autorità, una procedura chiamata "Richiesta di parere all'Avvocatura generale" (Call for the Views of the Solicitor General (CVSG)).[7] In risposta al CVSG, l'Avvocato generale emette un breve parere sul fatto che la richiesta debba essere soddisfatta e, normalmente, quale delle parti debba prevalere.[8]
Sebbene la CVSG sia tecnicamente un invito, l'ufficio dell'Avvocato generale la tratta come equivalente a un ordine.[8]Philip Elman, che fu il principale autore delle lettere del governo federale nella vertenza Brown v. Board of Education, ha scritto:
(EN)
«When the Supreme Court invites you, that's the equivalent of a royal command. An invitation from the Supreme Court just can't be rejected.»
(IT)
«Quando la Suprema Corte ti invita, questo è come un ordine del re. Un invito della Suprema Corte non può proprio essere respinto.»
La Corte tipicamente emette un CVSG quando la giustizia ritiene che la petizione sia importante e può considerare di concederla, ma desidera un parere legale prima di prendere una decisione.[9] Esempi sono quando vi è coinvolto un interesse federale; quando c'è una nuova istanza per la quale non vi sono precedenti o quando l'istanza si è evoluta, magari diventando più complessa o coinvolgendo altre istanze.[9]
Sebbene non vi sia normalmente un termine temporale entro il quale l'Avvocato generale debba rispondere a un CVSG, le lettere di risposta avvengono generalmente tre volte l'anno: nel tardo mese di maggio, consentendo una risposta prima delle vacanze estive; in agosto, consentendo che la richiesta entri nell'"elenco estivo", in modo da essere presa in considerazione alla fine della vacanze; a dicembre, consentendo che il caso sia discusso nella sessione successiva della Corte Suprema.[8]
Tradizioni
Numerose tradizioni si sono stabilite da quando l'Ufficio dell'Avvocatura generale fu fondato nel 1870. Durante le sedute per discussioni orali davanti alla Corte, l'Avvocato generale e i suoi (o le sue) vice compaiono vestiti in tight,[11] sebbene Elena Kagan, la sola donna che ha occupato tale carica, abbia deciso di evitare tale pratica.[12]
Durante le udienze orali i membri della Corte si rivolgono all'Avvocato generale con l'appellativo "Generale". Alcuni commentatori giuridici hanno manifestato il loro disaccordo con questa abitudine, osservando che "generale" è un aggettivo "enclitico" (che modifica il sostantivo solicitor) e non è un titolo a sé stante.[13]
Un'altra tradizione, probabilmente unica negli Stati Uniti, è la pratica di confession of error. Se il governo ha vinto nel tribunale di livello inferiore ma l'Avvocato generale non è d'accordo con l'esito del procedimento, lui (o lei) può "confessare l'errore", dopo di che la Corte Suprema casserà la sentenza e rimanderà il caso al livello giudiziario inferiore affinché esso venga riconsiderato.[14]
Nota: Alcuni periodi si sovrappongono poiché il precedente rimase in carica dopo la nomina del suo successore. La carica è stata vacante quando si era in attesa della nomina o conferma del successore.
^(EN) Lincoln Caplan, The Tenth Justice: The Solicitor General and the Rule of Law, New York, Knopf, gennaio 2014.
^(EN) David C. Thompson e Melanie F. Wachtell, An Empirical Analysis of Supreme Court Certiorari Petition Procedures, in George Mason University Law Review, vol. 16, n. 2, 2009, pp. 237, 275, SSRN1377522.
^(EN) Ryan C. Black e Ryan J. Owens, The Solicitor General and the United States Supreme Court: Executive Branch Influence and Judicial Decisions, Cambridge University Press, 30 aprile 2012, pp. 142–143, ISBN978-1-107-01529-6, OCLC761858397.
^abc(EN) Stefanie Lepore, The Development of the Supreme Court Practice of Calling for the Views of the Solicitor General, in Journal of Supreme Court History, dicembre 2010, SSRN1496643.
^(EN) William Suter, Clerk of the U.S. Supreme Court, in U.S. Supreme Court Week, C-SPAN. URL consultato il 18 aprile 2020 (archiviato dall'url originale il 9 marzo 2015).
^ Aaron Bruhl, Solicitor General Confessions of Error, in PrawfsBlawg, 1º marzo 2010. URL consultato il 23 febbraio 2011. Aaron Bruhl, (1 marzo 2010). Solicitor General Confessions of Error, PrawfsBlawg, Accesso 23 febbraio 2011.