Antonio Bencini, toscano originario della provincia di Firenze, durante la Grande Guerra era tecnico aeronautico nel reparto ricognitori e cominciò a riparare le macchine fotografiche, di fabbricazione francese, usate per i rilievi. Dopo la guerra mise a frutto l'esperienza maturata, creando a Firenze[1], nel 1920, la società F.I.A.M.M.A. per la produzione di fotocamere, che fu acquisita nel 1935 dalla Ferrania. Trasferitosi a Torino, fondò la FILMA, anch'essa assorbita dalla Ferrania nel 1937. Nel 1938 fondò a Milano la ICAF, poi diventata CMF e, dal 1946, CMF Bencini. Nell'immediato dopoguerra fu affiancato nell'attività dal figlio Roberto[2].
Nel 1933, oltre agli apparecchi in legno per professionisti, cominciò a produrre fotocamere economiche in metallo per dilettanti. Tra queste rimangono famose: la Argo degli anni Trenta (Film 120); le Robi e Gabri, dai nomi dei suoi figli Roberto e Gabriella; la serie Comet, cioè Comet (1948), Comet I e Comet S (1950), Comet II (1951) e la particolare Comet III del 1954, tutte per film 127; inoltre la serie Koroll (film 120).
Sul finire degli anni Cinquanta comparvero anche modelli per il 35 millimetri, rispettivamente la Comet 35 e la Koroll 35[3]. Negli anni Sessanta iniziò la produzione destinata al passo ridotto, comprendente cineprese, come le Comet 8 e Super 8[4], e proiettori, come il P 140, destinato all'8 mm e al Super 8[5]. L'attività produttiva è cessata negli anni Ottanta[6].