Divenne il "motore giornalistico" di due televisioni locali della zona di Barcellona Pozzo di Gotto, Canale 10 e poi Tele News, questa ultima di proprietà di Antonino Mazza, anch'egli ucciso dalla mafia.
Non fu direttore responsabile di queste testate in quanto mai fu iscritto, in vita, all'albo dei giornalisti per una sua posizione di protesta contro l'esistenza stessa dell'albo medesimo. Gli venne concessa l'iscrizione all'albo dei "Giornalisti pubblicisti" alla memoria, postumamente.
La sua attività giornalistica è rivolta soprattutto verso uomini d'affari, mafiosi latitanti, politici e amministratori locali e massoneria[5], raccontò per anni le lotte fra le cosche mafiose locali.[6]
La morte
La notte dell'8 gennaio 1993 intorno alle 22:00, fu colpito da tre proiettili calibro 22 mentre era fermo alla guida della sua Renault 9 amaranto in via Marconi a Barcellona Pozzo di Gotto[7][5][8]. Alla morte seguì un lungo processo, tuttora non concluso, che condannò un boss locale, Giuseppe Gullotti, all'ergastolo per aver organizzato l'omicidio[9], lasciando ancora ignoti i veri mandanti e le circostanze che provocarono l'ordine di morte nei suoi confronti.
Sonia Alfano
I suoi familiari, nel suo nome, fanno parte dell'Associazione Nazionale Familiari Vittime di Mafia. In particolare, la figlia Sonia è molto impegnata nel preservare la memoria del padre e i diritti delle vittime della mafia, oltre che nel condurre un'intensa attività informativa relativamente alla criminalità organizzata; dal 2009 al 2014 è stata eurodeputata eletta con l'Italia dei Valori, che poi avrebbe dissentito dalla sua posizione politica[10]; nell'assemblea di Strasburgo ha ricoperto diversi ruoli, fra cui quello di presidente della commissione speciale sulla criminalità organizzata, la corruzione e il riciclaggio di denaro[11].
^Beppe Alfano, il professore dimenticato, su ateneonline-aol.it, Ateneonline - Università degli Studi di Palermo. URL consultato l'8 gennaio 2018 (archiviato dall'url originale il 7 giugno 2006).
«[...] Giuseppe Fava (ucciso nel 1984), offrono un quadro diverso della verità. Secondo quest'ultimo, Alfano sarebbe stato ucciso per aver scoperto il giro di riciclaggio di denaro sporco, che si nascondeva dietro il commercio degli agrumi e al quale erano legati gli interessi del boss Nitto Santapaola [...]»
Fondazione Progetto Legalità Onlus in memoria di Paolo Borsellino e di tutte le altre vittime della mafia, La memoria ritrovata. Storie delle vittime della mafia raccontate dalle scuole, Palumbo Editore, 2005, ISBN9788880206026.