Il valico veniva considerato già al tempo dei Romani come limite tra il sistema alpino e il sistema appenninico, perché in questo tratto dello spartiacque «l'abbassamento della catena montuosa, che nella zona ha carattere uniforme [...], è più esteso qui che altrove [...] e l'altitudine del valico rimane la minima del displuvio appenninico fino alla sella di Marcellinara in Calabria.»[2]
Già all'epoca della campagna d'Italia di Napoleone Bonaparte (1796-1797) sul colle sorgevano alcune fortificazioni. I francesi allargarono la strada che oltrepassa il valico e costruirono sotto la bocchetta una galleria di circa 300 metri, il cui ingresso nord è posto alla quota di 435 m s.l.m. Di qui nasce l'equivoco sulla reale altitudine del colle: la galleria di valico si trova a quota 435, il colle sovrastante a quota 459.
Nella seconda metà degli anni ottanta del XIX secolo venne realizzato sul colle un sistema di sbarramento con la costruzione di una serie di forti (complesso difensivo della Tagliata e del forte di Altare), oggi abbandonati: forte Tecci e forte Cascinotto, entrambi sul versante alpino del passo. Sul forte Tecci venne aperto nel 1889 l'Osservatorio meteorologico-sismico della fortezza di Altare.
Il valico ha perso gran parte della propria importanza logistica a seguito dell'apertura dell'autostrada A6 Savona-Torino nel 1960 e della nuova galleria sulla SS 29 che aggira a nord il colle e l'abitato per collegare direttamente Cadibona al casello autostradale di Altare.
In realtà il punto più basso dello spartiacque ligure-padano è il colle di Santa Libera (441 m s.l.m.), che si trova a 1,7 km di distanza in direzione nord. Tuttavia il colle di Cadibona è da sempre preferito come punto di valico perché più facilmente raggiungibile da Vado.
Note
^Il confine fu oggetto di accese polemiche tra i geografi dell'Ottocento: ad es. Pietro Canepa in un suo pamphlet volle dimostrare come i limiti ragionevoli fossero per le Alpi il monte Cassino e per gli Appennini il contiguo monte Saccarello. Dal punto di vista litologico, invece, la Guida Rossa del Touring Club Italiano segnala il passo dei Giovi.