All'atticismo post-fidiaco è debitrice la base marmorea trovata nel Theseion di Atene (Atene, Museo archeologico nazionale 1733), eseguita verso il 350 a.C., dedicata da tre vincitori di gare ippiche come indica l'epigrafe scolpita su un lato della base, il quale riporta anche il nome di Briasside come scultore. La base doveva reggere una colonnina ionica sormontata dal dono votivo. Gli altri tre lati della base sono decorati a bassorilievo con tre cavalieri che si dirigono verso un tripode.
Plinio gli attribuisce cinque statue colossali di divinità erette a Rodi[3], un Dioniso a Cnido[4] e un ritratto di Seleuco I (310 a.C. circa) che potrebbe fornire una datazione per la fase finale della sua attività[5].
Gli si attribuisce frequentemente una statua maschile con barba, ritenuta ritratto di Mausolo, per una vicinanza stilistica con lo stile alessandrino del quale Briasside è ritenuto anticipatore.
La sua opera più nota era probabilmente un mastodontico Serapide collocato nel serapeo di Alessandria d'Egitto commissionato da Tolomeo I Sotere e andato distrutto. La statua raffigurava la divinità seduta trionfalmente sul trono, portante lo scettro sulla mano sinistra. Le carni avevano un colore bluastro, mentre pietre e metalli preziosi arricchivano l'intera figura[6]. Numerose sono le copie e le varianti che si ritengono derivate da questa tipologia, a sua volta esercitazione sul tipo dello Zeus di Olimpia.