Vi sono accademici, come Little e Lester, che affermano che la scomparsa di Calleva Atrebatum sia dovuta alla Peste di Giustiniano che la colpi in modo grave spopolandola e favorendone la conquista da parte degli Anglosassoni nel 568. Successivamente fu considerato un posto "maledetto" e quindi non più ripopolato[2].
Il sito occupa un'area di oltre 100 acri (400.000 mq) a forma poligonale. Probabilmente aveva una popolazione di circa 15.000 abitanti nel III secolo. Restano oggi ben visibili le mura e l'anfiteatro fuori le mura, mentre poco visibili sono i resti all'interno delle mura[3].
Caleva fu completamente scavata dalla Society of Antiquaries of London tra il 1890 e il 1909 e da questi scavi emersero importanti notizie sulla vita quotidiana della Britannia romana del I secolo d.C. ed una precisa mappatura della città romano-britannica[4].
Ma si ritiene che questi primi scavi abbiano distrutto molti reperti che sarebbero potuti essere studiati con maggior attenzione con le tecniche attuali.
A partire dagli anni Settanta del XX secolo nuovi scavi furono eseguiti dall'Università di Reading: sono così venuti alla luce l'anfiteatro, la basilica, un'insula e numerosi reperti dell'epoca pre-romana e romana.[5]