In conseguenza degli effetti della crisi petrolifera dell'anno precedente, la stagione 1974 vede un mondiale rallye ristretto a sole 8 prove (in cui spiccano le assenze di Monte Carlo e Svezia), di cui peraltro le ultime 5 concentrate tutte in autunno:[2] un calendario che di fatto rende nettamente più importanti, ai fini del titolo, i risultati conseguiti negli ultimi due mesi, poiché virtualmente capaci di annullare completamente quanto raccolto nella prima parte della stagione.[3]
Partita coi favori del pronostico, la FIAT legittima le sue ambizioni fin dalla prova d'esordio in Portogallo, dove monopolizza il podio coi suoi alfieri Pinto, Paganelli e Alén. Il marchio torinese arriva alla pausa estiva, dopo 3 prove, in testa alla classifica grazie alla solida 124 Abarth, ben rintuzzando le principali rivali all'iride che, in questa fase, paiono una Ford che piazza la doppietta Mikkola-Mäkinen al Mille Laghi, una Mitsubishi vittoriosa con lo specialista Singh al Safari Rally, e una Toyota costantemente a punti.
Come pronosticato dagli addetti ai lavori,[3] però, nel decisivo rush finale le sorti del campionato mutano radicalmente. Ciò grazie alla Lancia che, dopo avere corso prettamente in difesa nei mesi precedenti con la vecchia e ormai superata Fulvia Coupé, capace unicamente di artigliare un terzo posto in Kenya grazie a Munari (e a favorevoli condizioni climatiche), alla ripresa in ottobre si presenta ai nastri di partenza con la nuova Stratos,[2][3] finalmente omologata dopo un biennio fuori classifica da prototipo.
La berlinetta di Chivasso, a posteriori vero e proprio spartiacque nella storia della disciplina, mostra immediatamente quella superiorità tecnica[2] che gli varrà l'appellativo di ammazza rally, andando a vincere al debutto a Sanremo con Munari[4] e trionfando con lo stesso nel successivo appuntamento ai Rideau Lakes; vittoria quest'ultima che, unita al secondo posto di Lampinen su Beta Coupé, porta a un primo sorpasso lancista in classifica generale.
In questo scontro fratricida tra le due case del Gruppo Fiat,[2] le spyder di corso Marche si riprendono temporaneamente la leadership mondiale a Detroit. Tuttavia la successiva défaillance della pattuglia FIAT al RAC Rally, dove invece Munari strappa un importante terzo posto, lascia definitivamente strada a Lancia che, andando poi a vincere con Andruet anche l'ultima prova della stagione, il Tour de Corse, si assicura il titolo marche distanziando nettamente i connazionali.[2]