Quell'anno tornò a Roma, dove entrò a servizio della corte papale lavorando per Giulio II, Leone X e Clemente VII. Qui conobbe Benvenuto Cellini, che sia nella Vita che nel Trattato di Oreficeria lo lodò come il migliore medaglista della sua epoca.
Opere
Tra le molte "minuterie" che eseguì oggi sono note solo alcune medaglie, di grande accuratezza tecnica e con una plasticità robusta permeata di classicismo. Si conoscono varie opere in bronzo sparse in vari musei, dal Castello Sforzesco di Milano al Bargello di Firenze.
Durante il suo primo soggiorno romano realizzò le portelle in bronzo del reliquiario delle catene di San Pietro.
Per Isabella d'Este realizzò un vaso formato da una cinquantina di pezzi di cristallo intagliato e un calamaio di argento decorato con importanti bassorilievi a sfondo mitico, quali Ratto di Ganimede, Ercole e Caco, Ercole e il leone Nemeo.
Note
^ A. Luzio;R. Renier (a cura di), Il lusso di Isabella d'Este, marchesa di Mantova, Roma, 1896.