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Le cardiomiopatie costituiscono un gruppo eterogeneo di malattie del miocardio a eziologia frequentemente genetica, che attraverso lo sviluppo di disfunzioni elettriche e/o meccaniche a carico del muscolo cardiaco determinano spesso (ma non sempre) l'instaurarsi di fenomeni di ipertrofia o dilatazione delle camere ventricolari. Tali fenomeni in ultima analisi hanno come esito lo scompenso cardiaco o la morte improvvisa del paziente.
Le cardiomiopatie non comprendono invece tutte quelle manifestazioni di tipo dilatativo o ipertrofico che derivano da patologie come l'ipertensione (sistemica o polmonare), le coronaropatie, i difetti valvolari o le malattie del pericardio.
Classificazione
All'interno del vasto insieme delle cardiomiopatie è possibile distinguere due grandi sottocategorie[1][2]
Cardiomiopatie primitive
Sono caratterizzate da quadri patologici confinati al solo miocardio e si dividono in:
- Genetiche
- Miste
- Acquisite
Cardiomiopatie secondarie
In queste forme la malattia del miocardio non è che una delle espressioni di una più vasta patologia multiorgano[1]
Fenotipi
Le cardiomiopatie sono divise in cinque fenotipi:
Note
Bibliografia
- Joseph C. Segen, Concise Dictionary of Modern Medicine, New York, McGraw-Hill, 2006, ISBN 978-88-386-3917-3.
- Douglas M. Anderson, A. Elliot Michelle, Mosby’s medical, nursing, & Allied Health Dictionary sesta edizione, New York, Piccin, 2004, ISBN 88-299-1716-8.
- B.J. Maron et al. Contemporary Definitions and Classification of the Cardiomyopathies, Circulation, 2006
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