«Il cittadino insigne salvato da l'età sua "languentis architectur e instaurator" glorioso vive negli edifici superbi. (Targa posta sulla casa in via XX Settembre a Ferrara)»
La casa di Biagio Rossetti si trova in via XX Settembre 152 a Ferrara. L'edificio è stato costruito a partire dalla fine del XV secolo dall'architetto dell'Addizione ErculeaBiagio Rossetti Attualmente ospita uffici e servizi comunali tra cui il Centro IDEA (Centro di Educazione alla Sostenibilità) e il Centro di Documentazione Raccontinfanzia.
Storia
La casa venne costruita dall'architetto di Ercole I d'Este Biagio Rossetti per sé stesso e per la sua famiglia attorno alla fine del XV secolo e fu pronta solo nel 1502.[1] L'edificio è rimasto tra le proprietà della famiglia Rossetti sino circa alla metà del XVII secolo.
Dopo un primo restauro realizzato nel 1910-1911 dall'associazione Ferrariae Decus che ne ha modificato in parte la facciata, nel 1974 è stato acquistata dal comune di Ferrara. Dopo un ulteriore intervento di restauro, dal 1998 è stata per alcuni anni sede del Musarc (Museo dell’Architettura).[2]
Descrizione
L'importanza della casa non è legata alle sue dimensioni, di poco superiori alla casa di Ludovico Ariosto e che è parva per definizione, ma alle scelte architettoniche che permettono di approfondire l'arte di Rossetti. Essendo la sua abitazione vi dedicò molto impegno e allo stesso tempo, essendo forse vincolato da non enormi disponibilità finanziarie, operò con la massima attenzione per i particolari e nella scelta dei collaboratori e delle maestranze.[1]
Una delle caratteristiche estetiche è l'utilizzo che vi viene fatto delle finestre. Alcune di queste sono avvicinate a simulare bifore, modulo già presente nell'architettura veneziana del periodo ma che in questo caso sono riviste e trasformate. Nessuna vera bifora viene utilizzata perché le due aperture abbinate corrispondono, all'interno, ad ambienti diversi e quindi sono posizionate nella prossimità della parete divisoria creando, nelle stanze, un'illuminazione particolare.[1]
Nel complesso la scelta dei materiali di costruzione (il cotto ferrarese) e le soluzioni adottate sia sulla facciata sia negli interni sia nel cortile e nella loggia ne fecero un modello che per secoli venne adottato in molte costruzioni del centro estense. Rossetti operò in modo quasi ermetico riducendo la forma al suo essenziale.[1]
Gli archetti delle finestre e ancor più l'arco del portale d'ingresso, realizzati in cotto, sono estremamente raffinati. Sull'ingresso gli elementi dell'arco raffigurano cavalli marini, conchiglie, putti e, al centro, un volto senile.[3]
Gerolamo Melchiorri, Nomenclatura ed etimologia delle piazze e strade di Ferrara e Ampliamenti, a cura di Carlo Bassi, Ferrara, 2G Editrice, 2009, ISBN978-88-89248-18-8, SBNIT\ICCU\UFE\0988555.
Carlo Bassi, Nuova guida di Ferrara. Vita e spazio nell'architettura di una città emblematica, Ferrara, Italo Bovolenta editore (originario, nel 1981) 2G editrice (per ristampa anastatica del 2012), 2012, ISBN978-88-89248-14-0, SBNIT\ICCU\UFI\0591871.
Bruno Zevi, Biagio Rossetti architetto ferrarese: il primo urbanista moderno europeo, Torino, G. Einaudi, 1960, SBNIT\ICCU\SBL\0523114.