I primi insediamenti risalgono alla prima fase della civiltà villanoviana. dove il termine villanoviano prende il nome dall'omonima frazione di Castenaso in cui aveva sede il podere del conte Giovanni Gozzadini, personaggio autorevole del panorama archeologico e culturale bolognese della fine dell'Ottocento.
La presenza romana nella zona è attestata dalle tracce della centuriazione agraria ancora quasi perfettamente leggibile nella suddivisione ortogonale dei campi, dove le capezzagne e i fossi di scolo restano ad indicare gli antichi cardines e decumani.
Da un punto di vista amministrativo, la campagna a sinistra del torrente Idice faceva parte dell'ager Bononiensis e dipendeva quindi da Bologna, mentre quella a est del fiume apparteneva all'ager Claternatae, facendo quindi capo al municipium di Claterna, città romana nei pressi di Ozzano. I toponimi attestano non tanto nuclei abitativi importanti quanto un fitto popolamento rurale.
Nel periodo altomedievale si assistette all'espansione dell'influenza di Bologna sul contado. Sono di questo periodo i primi documenti in cui si nomina Castro Castenacj o Castenasio o Castenaxe. Dal Basso Medioevo fino alle soglie dell'Ottocento, Castenaso rimase un abitato agricolo caratterizzato da un insediamento rurale sparso e da un piccolo nucleo aggregativo.
A partire dalla fine dell'Ottocento, il paese cominciò ad acquistare una propria identità sociale: si formò lo stemma, si costituì il comune, cominciarono a sorgere le prime associazioni culturali e sindacali, i movimenti politici socialisti e cattolici e le prime cooperative dei lavoratori: quella dell'escavazione della ghiaia dell'Idice, quella del polverificio di Marano[6] e la Casa del Popolo.
«D'argento, al rivolo d'acqua azzurra, defluente, a mò di pila ondata, dal capo e penetrante nella bocca di un'anfora di coccio giacente in un cespo di verzura movente dalla punta; il rivolo è fiancheggiato da due insegne militari d'oro; l'asta dell'insegna di destra è fregiata di due ghirlande di foglie, da un ancile con spada passati in croce di S. Andrea, il primo in banda, la seconda in sbarra; l'asta finita in sommo da una testa di cavallo recisa nel collo e rivoltata; l'insegna è piantata in una lingua di terreno arido al naturale, movente dal fianco destro ed isolata su tre lati; l'altra asta, dell'insegna a sinistra, è ornata da una corona murale, da una ghirlanda di foglie, seguita da una targa con la scritta S.P.Q.R., da una parma e infine, in apice, da un'aquila spiegata quale principale insegna di Roma; l'insegna è infissa in una lingua di terreno arido, movente dal fianco sinistro ed isolata su tre lati, difesa da una palizzata, il tutto al naturale. Ornamenti esteriori da Città.»
Lo stemma cittadino descrive ciò che la storia racconta: il torrente Idice, che esce da una brocca, divide il campo in due parti, a destra con le insegne dei Romani e a sinistra con le insegne dei Galli. Lo stemma venne realizzato nel 1852 su richiesta dell'autorità di Bologna, per opera di illustri esponenti della comunità di Castenaso.[7] Esso è la trasposizione pittorica della tradizione storica locale sulle origini del primo nucleo abitativo. Questa tradizione non è però attestata da ritrovamenti archeologici o epigrafi e si può considerare il frutto di un'operazione di ricostruzione storica condotta da un'autorevole commissione di membri della comunità con l'intento, legittimo in quell'epoca, di attribuire illustri origini al proprio paese.
Il gonfalone municipale è costituito da un drappo di rosso.
Onorificenze
Il 31 maggio 2006 il Comune di Castenaso è stato insignito dal prefetto di Bologna, Vincenzo Grimaldi, in rappresentanza del governo, della medaglia d'argento al merito civile per lo straordinario impegno della popolazione durante la battaglia partigiana di Vigorso e Fiesso del 21 ottobre 1944:
«La piccola comunità di Castenaso, con eroico coraggio e indomito spirito patriottico, contribuiva alla lotta di Liberazione, dando ospitalità e rifugio a gruppi partigiani. Subiva una feroce e cieca rappresaglia da parte delle truppe tedesche che trucidarono civili inermi, tra cui donne e giovani adolescenti e incendiarono alcuni edifici. Ammirevole esempio di spirito di sacrificio ed amor patrio. Fraz. Fiesso - Castenaso (BO), 21 ottobre 1944» — 31 maggio 2006[8]
Presso la frazione Marano di Castenaso si segnala la Pieve di S. Giminiano che sorge su un antico impianto risalente al XII secolo. Completamente distrutta nel XVI secolo dalle truppe di Cesare Borgia detto Duca Valentino, venne ricostruita in forme neoromaniche solamente nel 1929 conservando il campanile cinquecentesco. Di rilievo Villa Molinari-Pradelli, conosciuta come Villa Marana. La villa, che fu di proprietà del Maestro Francesco Molinari-Pradelli (1911-1996), presenta una facciata secentesca e ospita la preziosa collezione d'arte privata Molinari-Pradelli. Tra le altre opere della collezione, l'Angelo annunciante e Vergine Annunciata di Luca Giordano (1634-1705) e alcune tele di Lorenzo De Caro.
Veduro è una frazione di appena 16 abitanti, che praticano quasi esclusivamente un'attività agricola, favorita dalla vicinanza allo scolo Fiumicello Dugliolo. Al centro del piccolo abitato sorge una chiesa, parrocchia soppressa nel 1986 e aggregata a Marano, e recentemente restaurata.
La frazione di Villanova di Castenaso è celebre per il ritrovamento di necropoli e resti della civiltà villanoviana (che prende il nome proprio dalla località), civiltà protostorica dell'Età del Ferro da cui derivano gli Etruschi. Per quanto riguarda l'economia e le attività produttive, Villanova di Castenaso è rinomata per la realizzazione di pezzi di arredamento in ottone, vi risiedono anche varie industrie ed aziende importanti del territorio bolognese.[12]
Località
Madonna di Castenaso
Madonna di Castenaso è una località vicina a Castenaso dove sorge il Santuario della Beata Vergine del Pilar (Nostra Signora del Pilar), dedicata dal Rettore del Collegio di Spagna alla Vergine venerata a Saragozza. Nel 1699 la giovane contadina Maria Maddalena Azzaroni avrebbe visto nella chiesa locale l'immagine della Vergine animarsi; dopo che l'evento fu giudicato credibile da una commissione d'inchiesta, fu costruito l'attuale santuario. La giovane si fece suora e morì nel 1744[13].
Il santuario fu realizzato alla fine del XVII secolo. L'interno, decorato in stile barocco, ospita un'immagine della Vergine, dipinta da Giovan Battista Bolognini. Il 16 marzo 1822 vi furono celebrate le nozze di Gioachino Rossini con il soprano Isabella Colbran; una lapide ricorda l'avvenimento. Il celebre compositore visse a Madonna per una decina di anni dopo aver acquistato un podere, ancora oggi proprietà della Fondazione Rossini. Di Villa Rossini non rimane ormai più nulla se non un caratteristico pozzetto.[10]
La squadra locale, l'Atletico Castenaso Van Goof (oggi Castenaso Calcio), ha avuto come massimo risultato sportivo l'accesso al campionato di Serie D 2012-2013, al termine del quale è subito retrocessa; dalla stagione 2015-2016 milita in Prima Categoria Emilia-Romagna. La formazione è nata nell'estate del 2012, dalla fusione tra la precedente Associazione Sportiva Dilettantistica Castenaso Villanova e l'Atletico Van Goof di Bologna.
^Conservato negli atti del Commissariato Pontificio Straordinario delle Quattro Legazioni, depositato nell’Archivio di Stato, fascicolo 7 n. 60 di protocollo il 10 febbraio 1852.
^Copia archiviata (PDF), su comune.castenaso.bo.it. URL consultato il 10 gennaio 2017 (archiviato dall'url originale il 12 gennaio 2017).
^abItinerario storico-artistico, su comune.castenaso.bo.it, 16 agosto 2012. URL consultato il 23 gennaio 2014 (archiviato dall'url originale il 1º febbraio 2014).