1282 30 marzo, Vespri Siciliani.[4] Davanti alla chiesa il lunedì di Pasqua nell'ora del vespro ha inizio la sommossa popolare dei Palermitani contro gli Angioini. Da allora il complesso abbaziale è noto come Santo Spirito del Vespro.
?, Caduta in Commenda in data imprecisata, la comunità monastica comincia a declinare.
Le nuove fortificazioni della cinta difensiva di Palermo imposero il trasferimento della comunità olivetana dalle strutture della Kalsa, identica sorte seguiranno il dipinto lo Spasimo di Sicilia e il monumentale aggregato marmoreo che la ospitava.[5] Entrambi i capolavori saranno alloggiati nella Cappella del Santissimo Sacramento dopo l'iniziale ostensione del dipinto sull'altare maggiore in seguito al trasferimento processionale guidato dall'arcivescovo Giacomo Lomellino Del Canto. Nel 1661 il quadro è ceduto a Filippo IV di Spagna (Filippo III di Sicilia) grazie all'intermediazione del viceré di SiciliaFerdinando d'Ayala, conte d'Ayala, condotta da Giovanni Dies. Quest'ultimo per accattivarsi il favore del viceré e aspirare alle toghe perpetue, in particolare a quella di "Uditore degli Eserciti", approfitta degli attriti tra l'abate del monastero, padre Clemente Staropoli e i monaci. Operazione non priva quindi del reciproco tacito scambio di agevolazioni, di favori e interessi.
Per motivi logistici un ulteriore trasferimento vede gli olivetani trasferirsi presso le strutture della chiesa di San Giorgio in Kemonia (1745 - 1747), determinando di fatto, il completo abbandono dell'aggregato monumentale del «Vespro».
La chiesa è ubicata sulla sponda sinistra del fiume Oreto. L'architettura segue modelli anglo-normanni. L'impianto è a tre navate con sei colonne, otto archi e cappellone maggiore opera di Antonello Gagini.[8]
L'esterno della chiesa si presenta con combinazioni policrome ottenute dall'alternanza di conci di tufo e lava, che compongono delicate geometrie, una contaminazione di stili arabo - normanno e gotico. Gli esterni delle absidi si presentano con finestre con cornici bugnate, intrecci di nervature, alte arcate ogivali e grata dai motivi arabeggianti. I prospetti laterali presentano decori con tarsie laviche nella realizzazione delle arcate cieche.
Al suo interno si può ammirare un bellissimo crocifisso ligneo attribuito al Maestro del Polittico di Trapani e risalente alla prima metà del XV secolo.[9]
Abside minore destra: Cappella di Santa Maria del Riposo. La primitiva Cappella Ansaloni, manufatto marmoreo opera di Antonello Gagini e bottega del 1528,[10] segue le sorti della Cappella Basilicò e dello Spasimo di Sicilia. Gran parte dei numerosi elementi con la custodia e la statua di Santa Maria del Riposo[11] trovano una nuova collocazione. Nel 1745 - 1747 con l'ulteriore trasferimento della comunità è realizzata una copia del simulacro da collocare nella chiesa di San Giorgio in Kemonia mentre l'originale è trasferito nella Galleria regionale della Sicilia di Palazzo Abatellis.
Ospedale[13] e lazzaretto di contagio.[14] L'ospizio e le strutture ospedaliere sono dismesse in seguito all'aggregazione con l'Ospedale Grande e Nuovo.[15]
^Pagina 493, Tommaso Fazello, "Della Storia di Sicilia - Deche Due" [1]Archiviato il 29 novembre 2015 in Internet Archive., Volume uno, Palermo, Giuseppe Assenzio - Traduzione in lingua toscana, 1817.
^Pagina 39, Antonio Mongitore, "Palermo divoto di Maria Vergine e Maria Vergine protettrice di Palermo ..." [2]Archiviato il 16 ottobre 2017 in Internet Archive., Tomo primo, Palermo, Gaspare Bayona, 1719, pp. 697.
^Pagina 362, "Opere storiche inedite sulla città di Palermo pubblicate su' manoscritti della Biblioteca comunale precedute da prefazioni e corredate di note per cura di Gioacchino Di Marzo" [3]Archiviato l'11 ottobre 2017 in Internet Archive., Volume 5, nello specifico la parte tratta da Francesco Maria Emanuele Gaetani, marchese di Villabianca, "Il Palermo d'oggigiorno", 5 maggio 1874, Palermo.
^Pagina 86, Gaspare Palermo, "Guida istruttiva per potersi conoscere ... tutte le magnificenze ... della Città di Palermo" [4]Archiviato il 22 agosto 2017 in Internet Archive., Volume terzo, Palermo, Reale Stamperia, 1816.
Rocco Pirri: Sicilia Sacra disquisitionibus et notis illustrata, 2. edizione Palermo 1733, pp. 1294 – 1299;
Lynn Townsend White Jr.: Latin Monasticism in Normann Sicily, The Medieval Academy of America, Monographs, 13 Cambridge/Mass. 1938, pp. 168 – 171. Edizione italiana: Il Monachesimo latino nella Sicilia normanna. Traduzione di Andrea Chersi, Catania 1984, pp. 259 – 263
Balduino Gustavo Bedini: Breve prospetto delle Abazie Cistercensi d'Italia, (Casamari) 1964, S. 69 - 70.