Tra le molte canzoni di successo del fecondo binomio artistico Pisano-Cioffi, Ciccio Formaggio venne scritta per Nino Taranto che la portò al debutto nel 1940 al Teatro Bellini di Napoli, ma venne anche in seguito interpretata da Leo Brandi al quale fu affidata dagli stessi autori.
Storia
Il testo racconta, narrate dal protagonista, le angherie subite da Ciccio Formaggio, inflittegli di continuo dalla fidanzata Luisa, che escogita mille sistemi per farne bersaglio di scherzi crudeli che lo mettono in ridicolo di fronte agli altri.
(NAP)
«Si mme vulisse bbene o veramente nun me facisse 'ncüitá d'a gente nun me tirasse 'e pile 'a dint'e rrecchie nun me mettesse 'e ddite adinte 'll'uocchie»
(IT)
«Se mi volessi bene veramente non mi faresti inquietare/dileggiare dalla gente non mi strapperesti i peli dalle orecchie non mi metteresti le dita dentro agli occhi»
(Strofa della canzone Ciccio Formaggio)
Come molte canzonette di successo, fu presto modificata per scopi di satira politica. Il primo a parodiarne il testo con questi intenti fu Totò che ne interpretò una versione riveduta e corretta da Michele Galdieri, in coppia con Anna Magnani, presentandola al Teatro Valle di Roma, il 26 giugno 1944, quando la città era già saldamente in mano agli Alleati. Nella pièce, Totò impersonava Mussolini vestito da Pinocchio e rimproverava l'Italia, interpretata dalla Magnani nelle vesti di Salomè, per essere stata troppo adulatrice e indulgente nei suoi confronti e non aver avanzato critiche, nel momento in cui era necessario farle.[1]
«Se mi volevi bene, in quei momenti non mi dovevi fare i monumenti. Dovevi fare almeno sol la mossa d'organizzà uno straccio di sommossa quand'io pontificavo dal balcone dovevi farmi almeno un pernacchione»
(Strofa della parodia di Ciccio Formaggio)
Nel 1964, si cimenta con questa famosissima canzone anche una giovanissima Nancy Cuomo, che ne incide la versione originale per la casa discografica KappaO di Napoli. Altre interpretazioni nel corso degli anni sono state soprattutto quella di Roberto Murolo, molto pregevole dal punto di vista caratteriale, e di Mina, tendenzialmente più sentimentalista.
Note
^ Ennio Bispuri, Vita di Totò, Roma, Gremese, 2000, pp. 172-173.