Cinchona L., 1753 è un genere di piante arboree della famiglia delle Rubiaceae, diffuso sulle Ande.[1]
Comprende specie conosciute col nome di china, con proprietà attribuite agli alcaloidi presenti nella corteccia.
Etimologia
Il nome del genere deriva da Ana de Osorio, contessa di Chinchón e moglie di Luis Jerónimo de Cabrera, viceré del Perù, che secondo la leggenda scoprì su sé stessa le virtù della corteccia di china, guarendo da febbri malariche e decidendo l'importazione in Europa (1639) (vedi Chinino).
Tassonomia
Il genere comprende le seguenti specie:[1]
Principi attivi
La corteccia contiene i principi attivi: alcaloidi chininici (dai quali sono stati estratti chinina e acido chinico), olio essenziale e resine.
Proprietà
Antimalarico, antidolorifico e antifebbrile: ad alte dosi e solo su prescrizione medica (oggi si usano la chinina e i suoi derivati).
Amaro tonico e digestivo: a piccole dosi, in soluzioni alcoliche edulcorate e aromatizzate; molto apprezzato il noto elisir di china, liquore preparato con la pregiata varietà calisaya e aromatizzato con l'arancio amaro.
In erboristeria è utilizzato per contrastare gli effetti negativi della pressione bassa[2].
In cosmetica si impiegano gli estratti per frizioni contro i capelli grassi.
Nella giusta dose viene anche usata per rendere le bevande (energy drink solitamente) di colore giallo fluorescente.
Note
Voci correlate
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