Il padre di Claudio Castelucho era Antoni Castelucho Vendrell, ed era uno scenografo. Claudio ricevette da lui le prime lezioni, e collaborò anche a diversi trattati artistici di teoria della prospettiva. Tenne le sue mostre quando era poco più che adolescente.[1] Nel 1892, dopo alcuni brevi studi presso la Escuela de Bellas Artes de Barcelona, si trasferì a Parigi con la famiglia.
Durante i suoi primi anni lì, Castelucho lavorò come decoratore insieme al padre e al fratello minore, e iniziò a dipingere paesaggi nel suo tempo libero. Con quelle opere debuttò in Francia al Salon del 1897.[2] Quando si accorse che i suoi dipinti più apprezzati erano quelli contestuali alla Spagna, egli decise di trattare focalizzarsi principalmente su immagini dedicate alla sua terra natia.[2]
Nel 1913, Castelucho tenne una grande mostra alla Galerie Moos, sede dell'arte modernista a Ginevra, dove presentò alcuni dei suoi dipinti spagnoli provenienti da una breve visita in Spagna avvenuta nel 1910. Fatta eccezione per un altro breve viaggio a casa all'inizio della prima guerra mondiale, egli trascorse il tempo della sua vita a Parigi, e continuò a partecipare regolarmente al Salon.[2]
Note
^(CA) Antònia Montmany, Teresa Coso, Repertori de catàlegs d'exposicions col·lectives d'art a Catalunya (fins a l'any 1938), in Memòries de la Secció Històrico-Arqueològica Institut d'Estudis Catalans (volume 59), 2002.
^abcd(EN) Carlos González, Montse Martí, Spanish Painters in París (1850-1900), Sammer, 1989, "Claudio Castelucho".
^(EN) Evelyn Walters, The Beaver Hall Group and Its Legacy, Dundurn, 2017, p. 38.
^(ES) El artista, mito y realidad - Reflexiones sobre el gusto V, Carretero, Rebeca, Castán, Alberto, Concha Lomba, 2021, p. 358.
Bibliografia
(CA) Ester Barón Borràs, Claudi Castelucho i Diana (1870-1927): un pintor del color, un artista per redescobrir, Reial Acadèmia Catalana de Belles Arts de Sant Jordi, 2002, pp. 119–153.