Il nome in lingua sarda significa ”il punto di passaggio dei carri”. Il sito, che conta numerose capanne, risale alla tarda età del bronzo e alla prima età del ferro ed è di particolare importanza per le scorie di fusione che testimoniano importanti attività metallurgiche.
Di rilievo è la presenza di una rotonda con bacile, fra le meglio conservate della Civiltà nuragica. La fontana funzionava tramite una canaletta attraverso la quale l'acqua scorreva e zampillava dalle bocche delle protomi di arenaria verso il bacile centrale.
Tracce di scorie di fusione di metalli, inclusi il ferro, sono state ritrovate durante gli scavi.