La Conferenza di Monaco sulla sicurezza (Munich Security Conference, MSC) è una conferenza sulla politica di sicurezza internazionale che si tiene ogni anno a Monaco di Baviera dal 1963, su iniziativa dell'editore tedesco Ewald-Heinrich von Kleist-Schmenzin. Sino al 2008 era denominata Conferenza di Monaco sulla politica di sicurezza (Munich Conference on Security Policy),[1] il suo motto è: «La pace attraverso il dialogo» (Peace through Dialogue).[2] È il più grande raduno al mondo nel suo genere.[3]
Nel corso dei decenni la Conferenza di Monaco sulla sicurezza ha consentito e consente ai suoi partecipanti di avere scambi informali sulla politica estera e sulle questioni di sicurezza in Europa e nel mondo.[4]
L'elenco dei partecipanti, provenienti da tutto il mondo, comprende capi di Stato, di governo e di organizzazioni internazionali, ministri, parlamentari, rappresentanti di alto livello delle forze armate, della scienza, della società civile, dell'economia e dei media.
La Conferenza si tiene ogni anno nel mese di febbraio presso l'Hotel Bayerischer di Monaco di Baviera, in Germania.
Costituita nel 1963 come Incontro internazionale di scienza militare (Internationale Wehrkundebegegnung), Conferenza di Monaco scientifica-militare (Münchner Wehrkundetagung, 1964-1991), Conferenza di Monaco sulla politica di sicurezza (1992-2008) e dal 2009 Conferenza di Monaco sulla sicurezza.[1]
È stata fondata nel 1963 da Ewald-Heinrich von Kleist-Schmenzin[N 1][5] per prevenire in futuro conflitti militari come la Seconda guerra mondiale e per questo riunisce leader ed esperti mondiali in politica di sicurezza. Il primo incontro era limitato a circa 60 partecipanti; tra loro c'erano Helmut Schmidt e Henry Kissinger.[1][6]
Von Kleist ha presieduto le conferenze sino al 1997.[6] Il suo successore, che ha presieduto le conferenze dal 1999 al 2008, è stato Horst Teltschik, ex consigliere per gli affari esteri e la sicurezza del cancelliere Helmut Kohl.[6]
Dal 2009 le conferenze sono state presiedute dall'ambasciatore Wolfgang Ischinger, sino a quando l'ambasciatore Christoph Heusgen ha assunto la carica nel febbraio 2022, subito dopo la 58ª Conferenza.[7]
Nel 2011 Ischinger ha costituito la Münchner Sicherheitskonferenz gGmbH (Conferenza di Monaco sulla sicurezza) come società senza scopo di lucro.[8]
Nel 2018 la società è stata incorporata nella Fondazione MSC, con una dotazione di contributi del governo tedesco e di altri grandi donatori. I finanziamenti sono aumentati da meno di 1 milione di euro di finanziamenti pubblici nel 2008 a circa 10 milioni di euro di finanziamenti, prevalentemente privati, nel 2022.[9]
La Conferenza di Monaco sulla sicurezza è stata annullata due volte: nel 1991 a causa della prima guerra del Golfo e nel 1997 a seguito del ritiro di Kleist-Schmenzin.[10]
Dal 1999, sotto la guida di Teltschik, la Conferenza ha ospitato anche i leader politici, militari ed economici dell'Europa centrale e orientale,[11] come pure dell'India, del Giappone e della Repubblica popolare cinese.
Nel 2021 si è tenuta in videoconferenza per le precauzioni sanitarie dovute alla pandemia di COVID-19.[12]
La Conferenza è organizzata privatamente e quindi non è un evento governativo ufficiale. Viene utilizzata esclusivamente per i confronti, non esiste un'autorizzazione per decisioni intergovernative vincolanti. Inoltre, contrariamente a quanto avviene nelle altre conferenze, non esiste un comunicato finale comune. L'incontro ad alto livello viene utilizzato anche per discrete discussioni dietro le quinte tra i partecipanti. Un'eccezione è la presentazione di decisioni politiche globali, come è avvenuto in occasione dello scambio degli strumenti di ratifica per l'accordo sul disarmo New START tra Hillary Clinton, segretario di Stato degli Stati Uniti d'America, e Sergej Lavrov, ministro degli affari esteri della Federazione Russa, che si è svolto nel corso della Conferenza sulla sicurezza nel 2011.[13]
Obiettivi
In un mondo globalizzato, caratterizzato da un crescente progresso tecnologico, le sfide per la pace e la sicurezza stanno diventando sempre più complesse. La Conferenza di Monaco sulla sicurezza affronta sia le questioni convenzionali che le preoccupazioni emergenti.[14]
Le attività della Conferenza svolgono cinque aree programmatiche:
Difesa. La politica di sicurezza transatlantica e la difesa europea sono tra i temi centrali della Conferenza, che mira ad avviare dibattiti su questi e altri aspetti chiave della politica di difesa e sicurezza globale.
Ordine globale. Il Programma Ordine globale mira a promuovere dibattiti sul sistema internazionale, sui meccanismi di governance globale e sulla concorrenza sistemica, in un'epoca caratterizzata dal cambiamento nella distribuzione globale del potere e dall'indebolimento delle istituzioni internazionali.
Sicurezza umana. Mentre gli Stati e le organizzazioni internazionali sono al centro della politica internazionale, la sicurezza delle persone deve essere ugualmente discussa e garantita. La Conferenza mira a facilitare un dibattito sulle sfide sanitarie, umanitarie e quant'altro per il benessere e i mezzi di sussistenza delle persone.
Sostenibilità. Il Programma di sostenibilità mira a promuovere il dibattito sulle intersezioni tra governance, ambiente, sicurezza e prosperità.
Tecnologia. La tecnologia pervade sempre più ogni aspetto del modo in cui gli Stati, le società e gli individui perseguono i propri interessi. La Conferenza mira a far avanzare il dibattito sulla regolamentazione, la governance e l'uso della tecnologia per promuovere la sicurezza e la cooperazione globale.
La conferenza del 2007 ha acquisito un significato storico per il duro discorso che il presidente russo Vladimir Putin ha tenuto il 10 febbraio.[15][16][17][18]
Il 5 febbraio, nel corso della Conferenza, è entrato in vigore il trattato New START con lo scambio degli strumenti di ratifica dell'accordo tra Hillary Clinton e Sergej Lavrov.[13]
Conferenza del 2014
La 50ª Conferenza di Monaco sulla sicurezza si è tenuta dal 31 gennaio al 2 febbraio 2014,[21] con la partecipazione di 20 capi di Stato e di governo, 50 ministri degli esteri e della difesa e 90 delegazioni governative.[22]
Uno dei temi dominanti della Conferenza sono state le manifestazioni dell'opposizione contro il governo in Ucraina, conosciute come Euromaidan. Nel corso dei lavori della Conferenza il segretario di Stato statunitense John Kerry ha promesso all'opposizione ucraina il sostegno dell'Occidente.[23]
Il ministro degli esteri russo Sergej Lavrov ha accusato i paesi occidentali di sostenere la violenta rivolta in Ucraina, che stava andando fuori controllo. Il segretario generale della NATO Anders Fogh Rasmussen ha invece accusato la Russia di violare il diritto dell'Ucraina alla libera scelta delle alleanze.[24]
Il politico ucraino Vitalij Klyčko ha accusato il governo dell'Ucraina, durante una tavola rotonda, di aver risposto con atti di terrore e violenza alle richieste dell'opposizione, chiedendo sostegno per i manifestanti.[25]
Il ministro degli esteri ucraino Leonid Kožara ha respinto le accuse secondo cui la politica estera del suo paese sarebbe diretta contro l'Europa, poiché l'Ucraina fa geograficamente parte dell'Europa e ha anche un rapporto molto stretto con la Russia. Kožara ha inoltre dichiarato che l'Ucraina ha già soddisfatto le principali richieste dell'opposizione.[26]
Durante la Conferenza Catherine Ashton, Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, ha avviato un'iniziativa di mediazione, invitando a partecipare le parti ucraine in conflitto e i ministri degli esteri dei principali paesi dell'Unione europea.[27]
Il presidente della Confederazione svizzera Didier Burkhalter, in qualità di presidente pro tempore dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, ha sottolineato l'offerta di mediazione dell'OSCE alle parti in conflitto in Ucraina.[28]
^(EN) Wolfgang Ischinger, From Wehrkunde to the Munich Security Conference (PDF), in Wolfgang Ischinger, Tobias Bunde, Antje Lein-Struck, Adrian Oroz (a cura di), Towards Mutual Security. From Wehrkunde to the Munich Security Conference, Göttingen, Vandenhoeck & Ruprecht, 2014, p. 36 n.1.