Share to: share facebook share twitter share wa share telegram print page

Conte Giuliano

Conte Giuliano, nelle cronache arabe chiamato Ilyan oppure Ulyan (in arabo يوليان?, Yūliyān; in castigliano Don Julián; in latino comes Julianus) (VII secoloVIII secolo), è stato il controverso governatore cristiano della città di Ceuta (Spagna) che svolse un ruolo molto importante nella conquista islamica della penisola iberica.

Identificazione

Il conte Giuliano, secondo le fonti islamiche, era il "Signore di Sabta" (Ceuta). Secondo alcuni studiosi, forse fu l'ultimo esarca d'Africa.

Luis García de Valdeavellano scrisse che, durante la conquista omayyade del Nord Africa:

«In lotta contro i Bizantini e i Berberi, gli Arabi avevano notevolmente ampliato i propri domini africani, e già nell'anno 682 ʿUqba aveva raggiunto le coste dell'Atlantico, ma non riuscì ad occupare Tangeri, venendo costretto a tornare indietro verso le montagne dell'Atlante da una persona misteriosa che passò alla storia e nella leggenda con il nome di conte Giuliano. I cronisti musulmani lo hanno indicato come Ilyān o Ulyān ma il suo vero nome era probabilmente Giuliano: il gotico Uldoin o forse Ulban o Bulian.[1]»

Alcuni storici pensano che Giuliano fosse un vassallo di Roderico, re dei Visigoti in Hispania (Portogallo e Spagna). Ma Valdeavellano sostiene che probabilmente era un berbero.

«Non sappiamo se fosse un berbero, un visigoto o un bizantino, in qualità di "conte", egli potrebbe essere stato il dominatore della fortezza di Ceuta, un tempo parte del regno visigoto; o può essere stato un esarca, governatore per conto dell'Impero bizantino, o, più probabilmente, potrebbe essere stato un berbero, signore e padrone della tribù cristiana dei Ghomara.[2]»

Si sa che Ceuta fu l'ultima città del Maghreb a cadere in mano musulmana. Dopo la morte di Giuliano, i musulmani presero il controllo diretto della città.

Rottura con Roderico

Secondo lo storico del IX secolo Ibn ʿAbd al-Ḥakam, che scrisse circa mezzo secolo dopo gli eventi, Giuliano inviò una delle sue figlie (chiamata nelle cronache cristiane "Florinda la Cava") alla corte di Roderico a Toledo per farla istruire, e come segno di fedeltà nei confronti del monarca visigoto. Roderico, successivamente, la mise incinta. Quando Giuliano apprese della vicenda, volendo vendicarsi, entrò in contatto con i musulmani, rendendo così possibile la conquista islamica della penisola iberica. Più tardi, le leggende e le cronache cristiane e musulmane gonfiarono ed enfatizzarono questo racconto, secondo le leggende musulmane la figlia del conte Giuliano era una vergine innocente che venne rapita e stuprata da Roderico, nelle leggende cristiane invece, Florinda è rappresentata come una ragazza malvagia, adultera, seduttrice e provocatrice.[3]
Giuliano (talvolta chiamato dagli arabi "il re dei Ghomara") istigò i musulmani ad invadere la penisola Iberica.

A quel tempo l'area circostante a Ceuta era stata da poco conquistata da Mūsā b. Nuṣayr, che mise Ṭāriq b. Ziyād, il governatore di Tangeri, a capo di un esercito di 1.700 uomini. Giuliano entrò in contatto con Mūsā per trattare l'alleanza anti-Roderico.

Ciò che sembra essere chiaro è Giuliano sperava di mettere un figlio di Witiza sul trono per incrementare il proprio potere. Un'altra cosa che appare evidente è che Giuliano era in ottime relazioni con i musulmani del Maghreb.

Giuliano fornì ai musulmani segreti militari, truppe e navi.

Spedizione di Ṭarīf ibn Mālik

Mūsā era inizialmente incerto del progetto di Giuliano, e così nel luglio 710 ordinò a Ṭarīf b. Mālik di condurre una spedizione di controllo nella costa iberica. La leggenda dice che Giuliano partecipò come guida ai musulmani.

L'estate successiva Giuliano fornì delle navi per il trasporto delle truppe musulmane. Il 30 aprile 711 Ṭāriq b. Ziyād sbarcò a Gibilterra e cominciò la conquista islamica della penisola iberica.

Battaglia del Guadalete

Il 19 luglio, nella battaglia del Guadalete, l'esercito di Roderico venne sconfitto dall'esercito di Ṭāriq ibn Ziyād.

Giuliano venne ricompensato dai musulmani con terre e possedimenti, ma, secondo la leggenda, visse senza amici e pieno di sensi di colpa per essere diventato un traditore del suo regno.

Note

  1. ^ Luis Garcia de Valdeavellano, Historia de España, 1968. Madrid, Alianza, 1974.
  2. ^ Luis Garcia de Valdeavellano, Historia de España, 1968, Madrid, Alianza, 1974.
  3. ^ Leal, Augusto Soares d'Azevedo Barbosa de Pinho (1874), Portugal antigo e moderno; diccionario ... de todas as cidades, villas e freguezias de Portugal e de grande numero de aldeias, II, Lisboa, Mattos Moreira

Bibliografia

  • Edward Gibbon, History of the Decline and Fall of the Roman Empire, Capitolo 51.
  • Luis Garcia de Valdeavellano, Historia de España, Madrid, Alianza, 1968 (1974), ISBN 0670244074.
  • Patricia E. Grieve, The Eve of Spain: Myths of Origins in the History of Christian, Muslim, and Jewish Conflict, Baltimora, JHU Press, 2009 ISBN 9780801890369.

Voci correlate

Controllo di autoritàVIAF (EN304392733 · ISNI (EN0000 0004 3979 9817 · CERL cnp02043294 · LCCN (ENn2002069220 · GND (DE142059803 · BNF (FRcb167751871 (data)
  Portale Biografie: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di biografie
Kembali kehalaman sebelumnya