La Coppa del Mondo di rugby femminile 2006 (in inglese2006 Women’s Rugby World Cup) fu la 5ª edizione della Coppa del mondo di rugby a 15 femminile per squadre nazionali.
La vittoria arrise alla Nuova Zelanda, al suo terzo titolo consecutivo, che in finale batté l’Inghilterra 25-17[1]: fu la seconda di tre finali a seguire che videro di fronte le due compagini lungo tutto il primo decennio del XXI secolo.
Al Paese della federazione ospitante, altresì, appartengono sia la miglior marcatrice di mete che di punti del torneo, la multiatleta canadeseHeather Moyse, le cui 7 mete, corrispondenti a 35 punti, le valsero il primato in entrambe le graduatorie[2].
Storia
Anche l’edizione 2006 della Coppa non ebbe una vera e propria procedura di qualificazione: nei fatti, l’unica prova di ammissione legata a un risultato sul campo fu un quadrangolare a eliminazione diretta tenutosi a dicembre 2005 tra Giappone, Thailandia, Hong Kong e Kazakistan, vinto da quest’ultimo, per determinare la compagine asiatica che avrebbe preso parte al torneo[3]; il resto delle designazioni, sostanzialmente inviti, si basarono sui risultati del quadriennio precedente e delle posizioni alla Coppa del 2002[4].
Paesi come l’Italia, che non partecipava all’epoca a tornei di punta come il Sei Nazioni, o il Galles, che ebbe scarsi risultati nei test match e nel citato Sei Nazioni, rimasero fuori dagli inviti.
La formula costituì un elemento di novità perché, pur essendo le 12 concorrenti ripartite in 4 gruppi da 3 squadre, ogni squadra di ciascuno di essi disputò 3 incontri in prima fase contro le altre 3 di un girone differente come si fosse trattato di un raggruppamento a 4; il fatto poi che la classifica combinata dopo la prima fase tenesse conto solo dei punti realizzati e non della posizione nel proprio girone di appartenenza, comportò alcune singolarità come per esempio il fatto che la Spagna, seconda nel proprio girone, finì tra le ultime quattro della classifica generale a lottare per il nono posto finale in quanto aveva realizzato meno punti dell’Irlanda ultima del proprio gruppo; o ancora gli Stati Uniti e l’Australia, incontratesi nell’ultimo incontro del primo turno, si ritrovarono accoppiate nella fase a eliminazione diretta per il quinto posto finale e quindi disputarono due partite consecutive tra di esse.
Come quattro anni prima, a disputarsi i primi quattro posti al vertice furono le due finaliste Nuova Zelanda e Inghilterra e le due semifinaliste sconfitte Canada e Francia, e analogo fu l’esito nel 2006: l’Inghilterra conquistò la finale battendo le canadesi per 20-14[5], punteggio che testimoniò i progressi della squadra nordamericana[5] dopo la finale per il terzo posto persa per 15-81 nel 1998 e il rovescio per 10-53 nella semifinale del 2002, entrambe a opera della squadra britannica; la Nuova Zelanda batté la Francia 40-10 nell’altra semifinale e quindi, per la seconda edizione consecutiva, le Red Roses e le Black Ferns si trovarono di fronte nella gara decisiva per il titolo.
L’incontro fu relativamente equilibrato: dopo circa mezz’ora di gioco la situazione era ferma sul 3 pari (Andrew per le inglesi e Jensen per le neozelandesi, entrambe al piede)[1]; due mete tra la fine del primo e l’inizio del secondo tempo portarono le atlete in maglia nera avanti di dodici punti sul 15-3, ma una tecnica trasformata riportò le inglesi sotto di 5 punti con ancora mezz’ora da giocare[1].
Il punteggio non si mosse più fino a 10 minuti dalla fine quando Heighway marcò la meta che portava la sua squadra avanti di dieci punti: ancora una marcatura inglese di Clayton a quattro minuti dalla fine, trasformata da Andrew, portò le sue compagne sotto di tre punti 17-20, e solo allo scadere Marsh diede alla Nuova Zelanda i cinque punti della certezza del titolo per il definitivo 25-17[1].
Per le Black Ferns si trattò della terza finale consecutiva vinta, e la quarta assoluta disputata in cinque edizioni; anche per l’Inghilterra fu la quarta finale assoluta, di cui una sola vinta.
Lo stesso incontro decisivo per il titolo si ripropose anche quattro anni più tardi nell’edizione inglese del 2010.
Le 12 squadre furono divise in 4 gironi da 3 squadre ciascuno, nominati nell’ordine da A a D.
Le assegnazioni ai gironi furono decise da un seeding determinato da[4]:
risultati ottenuti nelle ultime competizioni internazionali;
risultati ottenuti nei test match tra il 2002 e il 2005[4];
Ogni girone si compose di una squadra tra le quattro migliori del seeding, una tra quelle tra il quinto e l’ottavo posto, e una delle peggiori 4.
Rispetto ad altre edizioni della competizione, fu adottato un sistema alternativo di disputa della fase a gironi: ogni squadra del girone A dovette affrontare tutte quelle del girone D e analogamente avvenne per ogni squadra del girone B, che affrontò tutte quelle del girone C; la classifica cumulativa, che non tenne conto della posizione della squadra nel proprio girone, costituì il seeding per la fase a play-off e fu stilata solo in base ai punti conseguiti per ogni partita (4 per la vittoria, 2 per il pareggio, 0 per la sconfitta, un eventuale punto per la sconfitta con sette o meno punti di scarto, un altro eventuale punto per la marcatura di almeno 4 mete in un singolo incontro) e, come discriminante a parità di punteggio in graduatoria, nell’ordine[4]:
maggior differenza punti marcati / subìti;
maggior differenza mete marcate / subìte;
maggior numero di punti marcati;
maggior numero di mete marcate;
sorteggio.
Le squadre delle prime 4 posizioni del così determinato seeding accedettero alle semifinali per il titolo mondiale; quelle nelle posizioni tra 5 e 8 alle semifinali per il quinto posto (Plate); alle ultime 4 fu riservata la semifinale di assegnazione del nono posto (Bowl).
Per ciascuna semifinale, quella che riguardava la squadra con il seeding più alta di ogni gruppo la vedeva impegnata con quella dal seeding più basso.
Oltre alla finale per il titolo, furono previste finali di assegnazione del terzo, quinto, settimo, nono e undicesimo posto.