Nel 1971 conquistò la prima edizione del campionato brasiliano, segnando l'unico gol che decise la finale contro il Botafogo. Giocò per l'Atlético Mineiro fino al 1973, quando si trasferì al Flamengo.
Nel 1976 l'Internacional lo acquistò per una cifra che sull'epoca fu una delle maggiori investite da un club di calcio brasiliano. Dario fu il capocannoniere del campionato brasiliano con 16 gol, tra cui il primo della finale contro il Corinthians, vinta dall'Internacional per 2-0.
Nel 1977 firmò per il Ponte Preta, dove però giocò molto poco a causa di una polmonite. Ritornò all'Atlético Mineiro nel 1978, dove disputò una stagione negativa. Dal 1979 al 1986 giocò in diverse squadre minori, chiudendo la carriera nel Comercial di Registro, San Paolo.
Durante la sua carriera i tifosi gli diedero diversi soprannomi come Dario Peito-de-aço (Dario Petto d'acciaio), Dadá Beija-Flor (Dadá Colibrì) e Rei Dadá (Re Dadá).[2]
Ha fatto parte della selezione che vinse i Mondiali 1970, dove però non scese mai in campo, grazie alle pressioni dell'allora despota brasiliano Emílio Garrastazu Médici che hanno comportato le dimissioni del c.t. João Saldanha.
^Il torneo si svolse secondo una formula particolare la cui fase preliminare prevedeva che le squadre partecipanti fossero divise in quattro gironi denominati Modulo Blu, Modulo Giallo, Modulo Verde e Modulo Bianco. Adhemar gareggiò nel Modulo Giallo, tuttavia alcune fonti considerano questo girone come "Seconda Divisione" e dunque secondo esse i capocannonieri furono Dill, Magno Alves e Romário, i quali gareggiarono nel Modulo Blu.