Nacque dall'avvocato Silvestro Bruschi e da Maria Moriconi Fazj[2], ricchi genitori che contribuirono alla sua educazione e ai suoi percorsi di studio che lo portarono a diventare in giovane età professore all'Università di diritto civile, istituzioni giustinianee e giurisprudenza criminale.[3] Nel 1805 si laureò in filosofia e medicina.[4]
Trasformò l'orto degli Olivetani, che si trovava nell'Università, in un giardino botanico e raccolse un Erbario, andato perso, di 4000 piante.
Durante l'epidemia del 1816-1817 tornò a praticare la medicina per assistere i malati. Nel 1824 fondò la rivista Repertorio medico-chirurgico.[3]
Nel 1826 fu colpito da una encefalite che gli causò la perdita della vista a soli 39 anni.[5] Scrisse nel 1828Istituzioni di Materia Medica, opera che gli dette fama[3] tanto da essere ripetutamente stampata e da fargli assegnare un premio di 100 scudi da papa Gregorio XVI.
Ebbe due figli: Alessandro e Carlo Bruschi, che fu militare combattente durante il Risorgimento. Morì nel 1863.[3]