Nel 1970 un Don Chisciotte televisivo commissionato dalla Rai sfumò poiché il progetto venne ritenuto impopolare. Il cast contemplava, oltre a Carmelo Bene, artisti di fama come Eduardo De Filippo, il clown sovietico Popov e Salvador Dalí (scenografo).[3]
Trama
Il nobile spagnolo Alonso Quixano decide di diventare Don Chisciotte della Mancia, prode cavaliere cristiano che accorre in aiuto dei soppressi e delle vittime dell'ingiustizia. Oltre a queste prodezze, egli vorrebbe anche essere ricordato come i grandi cavalieri della letteratura e dei poemi epici, combattendo mostri e giganti di ogni sorta. Ma egli è nella vita reale e non si accorge di quel che fa, perché è vittima di sogni inconsci e di visioni generate dalla sua stessa mente. Tutto ciò che egli vede non è reale, neanche la sua dama, Dulcinea del Toboso, che in realtà è una prostituta.
Note
^In realtà il genere, per quanto concerne le opere beniane, è difficile da determinare. Carmelo Bene definisce a volte la sua arte (teatrale, filmica, letteraria, ...) "degenere".
^Bisogna valutare il fatto che Bene considera le sue versioni non rivisitazioni o reinterpretazioni di un testo, ma una restituzione del così definito da Klossowski "significato metafisico del teatro". Vita di Carmelo Bene, op. cit., pag. 331