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Enzo Enriques Agnoletti

Enzo Enriques Agnoletti

Senatore della Repubblica Italiana
LegislaturaIX Legislatura
Gruppo
parlamentare
SI
CircoscrizioneFirenze III
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoPdA (1942-1947)
USI (1948-1949)
PSU (1949-1951)
PSDI (1951-1953)
MAS (1953)
UP (1953-1957)
PSI (1957-1981)
LS (1981-1986)
Professionegiornalista, politico

Enzo Enriques Agnoletti (Bologna, 17 maggio 1909Firenze, 7 settembre 1986[1]) è stato un partigiano e politico italiano.

Già allievo di Piero Calamandrei, fu tra coloro che diedero vita al movimento liberalsocialista.

Biografia

Era figlio di Paolo Enriques e di Maria Clotilde Agnoletti Fusconi. Il padre era fratello minore di Federigo Enriques. La sorella maggiore di Enzo fu la partigiana Anna Maria Enriques Agnoletti.

Militante antifascista[2], allievo ed assistente di Pietro Calamandrei, fu uno dei principali esponenti nell'Italia centrale del movimento liberalsocialista. Fu arrestato per la sua attività nel gennaio del 1942 e fu condannato a cinque anni di confino in Abruzzo; di lì fu trasferito poi nel Carcere di Regina Coeli. Dopo la Liberazione divenne il rappresentante del Partito d'Azione nel C.T.L.N., fino all'arrivo degli Alleati. Organizzatore del primo convegno clandestino del Partito d'Azione nel 1943 e militante federalista dallo stesso anno, fu vicepresidente del Comitato toscano di liberazione nazionale (CTLN) e tra i protagonisti della liberazione di Firenze.

A Firenze, nel gennaio 1945, dopo la liberazione della città, Enzo Enriques Agnoletti fondò l'Associazione Federalisti Europei insieme ad altri importanti personalità tra cui Piero Calamandrei, Giacomo Devoto, Corrado Tumiati, Paride Baccarini[3]. L'associazione aprirà successivamente una sezione distaccata a Lugo, per poi confluire nel Movimento Federalista Europeo.

Allo scioglimento del Partito d'Azione, aderì all'Unione dei Socialisti insieme agli altri ex azionisti Tristano Codignola e Piero Calamandrei, con cui confluì poi nel Partito Socialista Unitario ed infine nel PSDI. Contrario alla legge truffa, aderì, sempre insieme a Codignola e Calamandrei, ad Unità Popolare, aderendo poi, insieme alla maggioranza del movimento, al Partito Socialista Italiano dove militerà sempre nella corrente lombardiana.

Collaboratore fin dalla fondazione della rivista Il Ponte, alla morte di Calamandrei (1956) ne divenne direttore, carica che mantenne per trent'anni. Dal 1961 al 1964 ricoprì l'incarico di vice sindaco nella prima giunta fiorentina di centrosinistra guidata nella giunta del sindaco Giorgio La Pira.

Fu presidente della Federazione italiana delle associazioni partigiane (FIAP) e membro del bureau della Fédération international de la Résistance (FIR). In qualità di professore incaricato all'Università di Firenze di Storia dei paesi afro-americani, si schierò contro l'intervento americano nel Vietnam; fu membro del 1° e 2° Tribunale Russell. Dedicò infine il proprio impegno alla causa internazionalista e terzomondista (Palestina Iran, Eritrea, Nicaragua) e alla lotta per il disarmo. Fu inoltre uno dei fondatori dell'Istituto Storico della Resistenza in Toscana.

Nel 1981 fu espulso dal PSI per aver sottoscritto, con Franco Bassanini, Tristano Codignola, Paolo Leon, Elio Veltri, Renato Ballardini e altri, un "appello ai socialisti"[4] fortemente critico nei confronti dell'allora gruppo dirigente del PSI, soprattutto per la gestione della vicenda P2, per il coinvolgimento di esponenti del partito in episodi di malaffare e per la forte riduzione degli spazi di dissenso democratico riconosciuti alle minoranze interne al partito. Dopo l'espulsione aderì ad un'effimera Lega dei Socialisti, comprendente i socialisti espulsi e guidata da Bassanini; in occasione delle elezioni politiche del 1983, fu eletto senatore nella IX Legislatura come indipendente nelle liste del PCI, rivestendo le cariche di vicepresidente del Senato e di membro della Commissione Affari esteri.[5]

Morì a Firenze il 7 settembre 1986 all'età di 77 anni[6]

Archivio

Il fondo Enriques Agnoletti[7] è stato depositato presso l'Historical Archives of the European Union[8] della European University Institute in seguito ad un contratto stipulato nel 1992; è costituito nella sua totalità da originali. La documentazione si articola in: corrispondenza: ordinata cronologicamente dal 1945 al 1986; Atti e documenti: documentazione personale; Materiale di partito (materiale propagandistico, documenti ufficiali, verbali di sedute, risoluzioni, convocazioni) provenienti dal PSU, PSI, PCI, Lega dei Socialisti; Manoscritti: Diari, agende e taccuini; Ritagli di giornali; Raccolte di materiale bibliografico; Materiale grafico e iconografico; e la Biblioteca (circa 2.000 volumi) conservata ancora in massima parte presso la sua abitazione fiorentina, di questa sono pervenuti all'AHCE, per il momento, solo 600 volumi riguardanti il Sud-est asiatico (storia, politica e società).[7]

Opere

Note

  1. ^ Socialista intransigente
  2. ^ Enriques Agnoletti Enzo, su SIUSA Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche. URL consultato il 7 settembre 2018.
  3. ^ Cfr. L'Associazione Federalisti Europei di Firenze (AFE) ed il I Congresso Federalista di Venezia (gennaio 1945 - ottobre 1946), in "Storia contemporanea", a. XXIV, n. 4, agosto 1993, pp. 567-584;Cinzia Rognoni Vercelli, Mario Alberto Rollier. Un valdese federalista, Milano, Jaca Book, 1991
  4. ^ L'appello ai socialisti contro Craxi del 1981
  5. ^ Giuseppe Sircana, ENRIQUES AGNOLETTI, Enzo, in Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 42, 1993.
  6. ^ Enzo Enriques Agnoletti, su Senato.it - IX legislatura, Parlamento italiano.
  7. ^ a b Fondo Enriques Agnoletti Enzo, su SIUSA Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche. URL consultato il 7 settembre 2018.
  8. ^ Historical Archives of the European Union, su European University Institute. URL consultato il 7 settembre 2018.
  9. ^ Op. cit: Carlo Francovich, La Resistenza a Firenze, pag. 77.
  10. ^ Il Ponte, n. 5, agosto 1945, pagg. 414-429.
  11. ^ Op.cit: Francovich, La Resistenza a Firenze, pag. 24.
  12. ^ La liberazione di Firenze, (quaderno speciale del Ponte), Firenze, 1945, pag. 59.
  13. ^ Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia - Istituto Storico della Resistenza in Toscana, La Toscana nel secondo dopoguerra, a cura di Pier Luigi Ballini. Luigi Lotti, Mario G.Rossi-Introduzione di Guido Quazza, by FrancoAngeli, s.r.l. Milano, 1991, pag. 530.
  14. ^ La Toscana nel secondo dopoguerra (v. nota prec.), pag. 614.
  15. ^ Paolo Paoletti Firenze Agosto 1944, Edizioni Agemina, Firenze, 2004

Bibliografia

Altri progetti

Collegamenti esterni

Controllo di autoritàVIAF (EN87945528 · ISNI (EN0000 0000 6022 6766 · GND (DE109384518X · BNE (ESXX957468 (data) · CONOR.SI (SL178076259
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