Di origini aquilane, nacque nel 1939 a Roma nei pressi del Colosseo e crebbe nel quartiere popolare della Garbatella. Iniziò la sua attività di attore all'età di otto anni, quando venne scelto per il ruolo di "Bruno Ricci" da Vittorio De Sica nel film Ladri di biciclette (1948). De Sica stesso lo scoprì per le vie di Roma e lo volle per via della sua caratteristica camminata e per la naturale espressività dei suoi occhi, attraverso i quali sarebbe stato possibile riflettere i sentimenti del padre nella sua angosciosa ricerca della bicicletta rubata. Il film è considerato uno dei capolavori del cinema ed Enzo Staiola, come suo co-protagonista al fianco del "padre" Lamberto Maggiorani, vi diede un contributo fondamentale[1]. Il successo della pellicola, vincitrice del premio Oscar al miglior film in lingua straniera nel 1949, proiettò Staiola alla ribalta internazionale come uno dei più celebrati attori bambini della storia del cinema e un simbolo stesso della poetica neorealista[2].
Staiola lavorò fino al 1954 come attore bambino in numerose altre produzioni cinematografiche, sia in Italia sia all'estero, con alcuni tra i più famosi registi ed attori del tempo, segnalandosi in altri ruoli importanti, come in Cuori senza frontiere (1950) di Luigi Zampa. Una tale carriera, svolta con grande professionalità e ottimi risultati, lo avrebbe comunque posto tra i più importanti attori bambini italiani del tempo, ma rimase in qualche modo oscurata dalla difficoltà di ripetere la magia del suo debutto[3]. Da adulto, Staiola tornò brevemente alla recitazione, in ruoli di supporto, soltanto in due occasioni: all'inizio degli anni sessanta nel film Spade senza bandiera (1961) e ancora nel 1977 ne La ragazza dal pigiama giallo. Successivamente fu per lungo tempo impiegato del catasto di Roma.