Francesco Polesini (o anche Francesco dei marchesi Polesini[1]; Montona, 13 dicembre 1729 – Parenzo, 9 gennaio 1819) è stato un vescovo cattolico italiano.
Biografia
Francesco Polesini nacque a Montona il 13 dicembre 1739 da Benedetto e da Nicoletta Apolloni. I suoi studi iniziarono nella sua città natale, per poi proseguire a Capodistria per il ginnasio e infine all'Università di Padova, dove ottenne la laurea in utroque iure. La sua brillante carriera accademica lo mise in contatto con i più celebri dotti dell'epoca, e la sua cultura letteraria e la sua facondia lo resero un personaggio di spicco nel panorama intellettuale europeo. A Venezia e in altre città come Roma, dove ebbe occasione di incontrare papa Benedetto XIV, si distinse non solo per le sue capacità giuridiche, ma anche per il suo impegno nelle società letterarie e accademiche.[2]
Il 22 giugno 1772 fu nominato vescovo di Pola da papa Clemente XIV. La consacrazione avvenne il successivo 5 luglio, per mano del cardinale Ferdinando Maria de' Rossi, co-consacranti Francesco Saverio de Zelada (arcivescovo titolare di Petra) e Giuseppe Maria Contesini (arcivescovo titolare di Atene).[3]
Annoverati fra i maggiori proprietari terrieri, i Polesini coronarono la loro ascesa nobiliare conseguendo dalla Repubblica il titolo marchesale, con ducale del 23 maggio 1788.[4] Sempre nel 1778, fu nominato vescovo di Parenzo, dove si trasferì definitivamente. Il suo impegno religioso e culturale si intrecciò con il suo ruolo di uomo di lettere, e fu promotore di molte iniziative intellettuali, prendendo parte ad accademie e istituzioni culturali in Italia e all'estero. La sua erudizione gli valse la stima dei più illustri intellettuali e dei leader ecclesiastici e politici del suo tempo. Nonostante le numerose offerte per promuovere la sua carriera, Francesco Polesini scelse di rimanere vicino alla sua famiglia e alla sua diocesi, vivendo una vita tranquilla lontano dalle tensioni politiche del tempo.[2]
La sua vita si concluse il 9 gennaio 1829 a Parenzo[2], dove fu sepolto nella cappella di Santa Anna, nel podere di Cervera[5], che aveva acquistato e che divenne il suo rifugio. La sua morte lasciò un grande vuoto nella provincia, poiché era molto amato e rispettato da tutti coloro che lo conoscevano. Durante i suoi funerali, la città gli rese omaggio con solenni celebrazioni e una preghiera funebre che ne sottolineava la grandezza morale e intellettuale.[2]
Genealogia episcopale
La genealogia episcopale è:
Note
- ^ Antonio Pogatschnig, Francesco Babudri, Bernardo Benussi, Ugo Inchiostri, Francesco Salata e Giuseppe Picciola, Parenzo: per l'inaugurazione del nuovo palazzo del Comune, Parenzo, Comune di Parenzo, 1910.
- ^ a b c d Pietro Franolich, Nobile famiglia Parentina: i Polesini (JPG), in L'Arena di Pola, n. 1399, 19/11/1963, p. 4 (archiviato dall'url originale il 5 novembre 2024).
- ^ (EN) David Cheney, Francesco Polesini, su Catholic-Hierarchy.org. URL consultato il 5 novembre 2024.
- ^ POLESINI, Gian Paolo Sereno, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- ^ Cervera, in croato Črvar o Červar, è un villaggio di Parenzo.
Collegamenti esterni