All'età di sei anni si trasferì con la famiglia a Bovisio Masciago dove il padre lavorava come tipografo. La sua carriera sportiva di corridore incominciò al Velodromo Sempione a Milano. Appena diciottenne fu titolare nella squadra azzurra nei Giochi olimpici di Anversa, e fu uno degli artefici della vittoria ottenuta dal quartetto italiano nell'inseguimento.[1]
Nel 1924, dopo aver collezionato successi in varie gare di velocità e dietro motori sulle piste europee, riattraversò l'Atlantico e per anni fece il pendolare tra l'America e l'Europa fino a quando, nel 1926, vinse la sua prima Sei giorni, proprio a New York. Dopo questo successo riuscì ad aggiudicarsi altre tredici vittorie sulle piste americane di Chicago, Buffalo, Atlantic City, ma soprattutto a New York.
Fu cinque volte Campione d'America degli stayers (1927, 1928, 1929, 1930 e 1934) ma non vinse mai il Campionato mondiale in quella specialità. Nel 1933 dovette accontentarsi della medaglia d'argento perché una clamorosa "pastetta" favorì la vittoria del francese Charles Lacquehay.[senza fonte] Vinse però due titoli italiani stayers nel 1933 a Pordenone e nel 1941 a Milano.
Il 27 ottobre 1938 fu insignito con l'onorificenza a Cavaliere della Corona d'Italia per meriti sportivi conferitagli dal re Vittorio Emanuele III e firmata da Mussolini e Starace. La sua carriera agonistica terminò nel 1948 a Washington con la disputa della sua ultima Sei giorni. Dopo il ritiro scrisse diversi articoli su La Domenica Sportiva.
Morì a Bovisio Masciago il 18 marzo 1983. Il Comune di Bovisio Masciago, nel 1998, gli ha dedicato una piazza e un monumento posto nell'area del Centro Sportivo.