La Fratelli Aletti fu una fabbrica di organi a canne, di impronta famigliare, con sede a Monza (Lombardia).
Storia
La Fratelli Aletti fu una fabbrica di organi a canne, di impronta famigliare. Gli strumenti, presentati in diverse esposizioni, (Monza, Milano) furono premiati per la qualità nel 1881, 1894, 1906. Capostipite della famiglia organaria Aletti fu Carlo (Varese, 19 marzo 1821 - Monza, 17 febbraio 1899). Apprese l'arte organaria dai Biroldi di Varese (Luigi Maroni Biroldi, Eugenio Maroni Biroldi).
Nel 1847 si associò con il cognato Giuseppe Bernasconi per costituire un'attività in proprio. Nel 1849, dopo soli 2 anni, la società si sciolse e Carlo, trasferitosi a Monza, fondò la ditta "Carlo Aletti fabbrica organi Monza" (rilevando la ditta Tornaghi) nel 1849 con sede in via XX settembre, n. 6. Nel 1889 associò i figli nell'impresa che si denominò "Carlo Aletti & Figli". Giuseppe (1864-1922), Luigi (1865-1902, maestro diplomatosi al Conservatorio di Milano), Carlo jr (1866-1898) e Attilio (1873-1946) collaborarono attivamente con il padre e nel 1896 la ditta presentò un brevetto registrato il 19 ottobre e conosciuto come "somiere pneumatico Aletti". La fabbrica si trasferì in uno spazio più ampio ed attrezzato, in via Solferino, n. 1 sempre a Monza.
Alla morte del padre la ditta fu sempre più conosciuta come "Fratelli Aletti" anche se la trasformazione con atto camerale avvenne solo il 4 maggio 1911. In quell'anno figuravano soci Giuseppe ed Attilio, essendo già defunti Luigi e Carlo jr. Una successiva modificazione societaria avvenne nel 1922 alla morte di Giuseppe e la ditta prese il nome di "Fratelli Aletti di Attilio Aletti". Nel 1946, alla morte di Attilio subentrò il figlio Enrico, che chiuse definitivamente l'azienda nel dicembre 1947.
Nel 1899 furono i primi ad alimentare gli elettromagneti con la dinamo (organo degli Artigianelli di Monza), nel 1903 costruirono il primo organo italiano ad alimentazione elettrica di rete nella chiesa di Santo Stefano Maggiore a Milano. Enrico, nel 1939, ebbe il merito di brevettare il primo organo "elettronico" italiano funzionante con lampade a gas inerte.
Organi Aletti furono costruiti per chiese parrocchiali e anche cattedrali e sono ancora presenti soprattutto in Lombardia, Veneto, Trentino, Emilia-Romagna; ma anche a Bari, Rieti, Civita Castellana, Oristano e Sud America. Le caratteristiche foniche rispecchiano quelle della scuola lombarda ed in particolare la variante varesina, ricche di ance e registri suddivisi in bassi e soprani, per gli strumenti costruiti nell'Ottocento; e più aderenti agli stilemi della scuola (riforma) ceciliana a partire dall'inizio del XX secolo.
Evoluzione della denominazione aziendale
- Carlo Aletti
- C. Aletti & Figli
- Fratelli Aletti
Cronologia genealogica della famiglia Aletti
Opere (elenco incompleto)
Nel corso dei quasi 100 anni di attività gli Aletti costruirono o lavorarono circa 600 organi a canne con trasmissione: meccanica, pneumatico tubolare, elettrico pneumatica ed elettrica.
Un libretto-catalogo, con disposizioni foniche, è conservato presso la Biblioteca Comunale di Trento.
XIX Secolo
XX Secolo
Note
Bibliografia
- Serafino Corno: Enrico Aletti e la storia inedita del primo organo elettronico italiano, agosto 2015