Il violoncellista russo Rostropovič, il trombettista statunitense Louis Armstrong, il cantante statunitense Michael Jackson e alcuni musicisti klezmer ucraini fotografati nel 1925. Ciascun immagine fa riferimento a un diverso genere musicale: musica colta, jazz, pop e folklorica.
Un genere musicale è una categoria convenzionale che identifica e classifica i brani e le composizioni in base a criteri di affinità.[1] Le musiche possono essere raggruppate in base alle loro convenzioni formali e stilistiche[2], alla tradizione in cui si inseriscono, allo spirito dei loro temi, alla loro destinazione[3] o, se presente, al loro testo. L'indeterminatezza di alcuni di questi parametri rende spesso la divisione della musica in generi controversa e arbitraria. Un genere musicale può a sua volta dividersi in sottogeneri.
Classificazione
Una classificazione dei generi musicali basilare, ma largamente condivisa, è la tricotomia tradizionale-colta-popular proposta da Philip Tagg.[4] È inoltre possibile categorizzare la musica per epoche storiche, nelle quali alcuni generi trovano origine o hanno avuto popolarità[5], su basi geografiche[6], secondo aspetti tecnici quali la strumentazione usata[7] o in base alla loro funzione sociale.[8]
Un genere può essere poi definito dalla fusione di altri generi musicali, come avviene per il blues rock ed il latin jazz. Alcuni esempi di questa tipologia di categorizzazione non portano necessariamente tutti i nomi di origine nel nome che li definisce, come nel caso del crossover o del fusion. A conferma dello stretto legame che intercorre tra genere musicale, recezione e fruizione, negli ultimi decenni l'industria discografica ha spesso preferito, per ragioni commerciali, inquadrare gli interpreti entro singoli generi.
Peter van der Merwe e altri trattano i termini genere e stile come sinonimi, affermando che il genere dovrebbe essere definito come gruppo di brani musicali caratterizzati da un certo stile e un "linguaggio musicale di base"[10]. Altri come Allan F. Moore sostengono invece che "genere" e "stile" sono due termini ben distinti.[11]
«There is no room here to start defining 'popular music' but in order to clarify the argument I shall establish an axiomatic triangle consisting of 'folk', 'art' and 'popular' musics.»
(IT)
«Non è questo il luogo adatto per definire la 'popular music', ma per chiarire meglio la questione userò un triangolo assiomatico di musica 'tradizionale', 'colta' e 'popular'.»
(Philip Tagg, Analysing Popular Music: Theory, Method and Practice[4])
Schema riassuntivo della divisione dei generi musicali[12]
Con il termine musica colta ci si riferisce principalmente alle musiche di tradizione classica, includendo in questo genere forme musicali sia della musica contemporanea che di quella classica storicizzata. In Occidente la musica colta è caratterizzata dalla tradizione musicale scritta[13], preservata da forme di notazione musicale.
La musica tradizionale o folclorica è definita dalla trasmissione orale, ovvero viene tramandata attraverso il canto, l'ascolto e talvolta la danza. Essa deriva inoltre da particolari tradizioni, regioni e culture essendone parte integrante.
Con il termine popular music ci si riferisce a tutti quei generi musicali accessibili ad un pubblico generalista e largamente divulgati dai mass media. La popular music si può trovare nelle stazioni radio più commerciali, nei rivenditori più popolari, nei centri commerciali, nelle colonne sonore televisive e di molti film. I brani vengono spesso inseriti in classifiche di vendita, e oltre al cantante, all'autore o al compositore, coinvolge il ruolo del produttore musicale, molto più di quanto non facciano gli altri due macrogeneri. Il musicologo britannico Philip Tagg, studioso della popular music, ha definito la nozione alla luce di aspetti socio-culturali ed economici:
«La popular music, diversamente dalla musica colta è (1) concepita per la distribuzione di massa rivolta a gruppi di ascoltatori ampi e spesso socio-culturalmente eterogenei (2) vendibile e distribuibile in forme non scritte (3) esclusivamente possibile in una economia monetaria industriale dove si trasforma in una merce, e (4) nelle società capitaliste, soggette alla legge della libera impresa... in quanto deve essere idealmente il più possibile vendibile»
(Philip Tagg, Analysing Popular Music: Theory, Method and Practice[4])
Critiche al triangolo assiomatico
Le distinzioni fra musica colta e popular music appaiono spesso sfocate e con molti punti di contatto[14], come accade per la musica minimalista. In questi casi, la musica - come altre arti - effettua distinzioni imprecise. Il musicologo britannico Richard Middleton, critico di popular music, ha messo in discussione l'indeterminatezza di queste distinzioni:
«Le divisioni ordinate tra "folk" e "popular", e tra "popular" e "colto" sono impossibili da trovare... Criteri arbitrari sono usati per definire ciò che è "popular". La musica "colta" da esempio, è generalmente considerata come complessa e difficile; mentre la musica "popular" è generalmente definita come semplice, accessibile e facile. Ma molti brani comunemente pensati come "colti" ('Hallelujah Chorus' di Hendel, molte canzoni di Schubert, molte arie di Verdi) hanno la qualità della semplicità; al contrario, non appare così chiaro che i dischi dei Sex Pistols' siano 'accessibili', i lavori di Frank Zappa 'semplici', oppure quelli di Billie Holiday 'facili'.»
^Samson, Jim. "Genre". In Grove Music Online. Oxford Music Online. Accessed March 4, 2012.
^Il grado di omogeneità formale e stilistica di tali raggruppamenti è molto variabile e diviene addirittura nullo nel caso di generi con alle spalle una lunga storia, quali la musica sinfonica o l'opera.
^abcdPhilip Tagg, Analysing Popular Music: Theory, Method and Practice su Popular Music, vol. 2, Cambridge University Press, 1982, p. 41-42
^Ad esempio il rock degli anni '50, la musica del XVII secolo, o ancora la musica dell'epoca romantica.
^Ad esempio la musica australiana comprende il rock australiano, le musiche tradizionali australiane di matrice europea come la Waltzing Matilda, la musica aborigena australiana, la musica classica australiana, il jazz australiano ecc.
^Lucio Spaziante, Sociosemiotica del pop, Carocci editore, 2007.
^Arnold, Denis: "Art Music, Art Song", in The New Oxford Companion to Music, Volume 1: A-J (Oxford and New York: Oxford University Press, 1983): 111.
^Arnold, Denis (1983): "Art Music, Art Song", in The New Oxford Companion to Music, Volume 1: A-J, Oxford University Press, p. 111, ISBN 0-19-311316-3.