Ha iniziato la sua carriera nel Nacional, dove ha giocato dal 1995 al 2000, vincendo anche il Campionato Uruguaiano del 1998 e 2000. Nell'estate2000, fu acquistato dalla Roma in cambio di sei miliardi di lire.[3] Esordì con i giallorossi nel primo turno della Coppa UEFA 2000-2001, sul campo del Gorica. Debuttò in Serie A alla prima giornata, in data 1º ottobre, quando subentrò a Marco Delvecchio nei minuti finali del successo casalingo per due a zero sul Bologna.[4]
Il 23 novembre, realizzò la prima marcatura per la squadra capitolina: suo fu infatti il gol che valse la vittoria di misura per uno a zero sull'Amburgo nella Coppa UEFA, grazie ad un sinistro dal limite dell'area di rigore che superò il colpevole portiere avversario Hans-Jörg Butt.[5] Si ripeté anche negli ottavi di finale della competizione, precisamente il 22 febbraio 2001, quando la sua realizzazione permise alla Roma di vincere ad Anfield contro il Liverpool: la rete arrivò con un tiro dalla distanza, ma non bastò a regalare la qualificazione alla sua squadra.[6]
In campionato fu impiegato in quindici incontri e alla fine della stagione si aggiudicò lo scudetto assieme al suo club. Il 19 agosto, è subentrato a Diego Fuser nel successo per tre a zero nella Supercoppa italiana contro la Fiorentina, vincendo il suo secondo trofeo italiano.[7] Questa seconda stagione fu però più avara in termini di presenze, con soltanto quattordici apparizioni in Serie A. Il 13 aprile 2003 andò a segno nella vittoria all'Olimpico per due a uno sul Parma: questo fu l'unico gol in campionato con la maglia della Roma della sua carriera.[8]
Al termine della stagione, passò in prestito al Siena, militante nella massima divisione. Con i toscani debuttò in campionato il 31 agosto, nel pareggio per due a due allo stadio Renato Curi contro il Perugia.[9] Fu lui a siglare la rete del momentaneo uno a uno contro la Lazio, il 4 aprile 2004 (il Siena fu poi sconfitto per cinque a due).[10] La stagione fu buona e la squadra raggiunse la salvezza.[11] Il 30 giugno scadé il suo contratto con la Roma e Guigou si ritrovò svincolato: fu la Fiorentina ad acquistarlo a parametro zero, su intuizione del suo dirigente Fabrizio Lucchesi.[11]
L'acquisto non fu però felice.[11] L'uruguaiano collezionò infatti soltanto poco più di dieci presenze in due stagioni con i viola e un'unica realizzazione in Coppa Italia.[11] Il giocatore, dal contratto pesante per le casse della Fiorentina, fu ceduto così al Treviso nel mercato di riparazione del 2006, con la formula del prestito.[11] Guigou scelse la maglia numero sette ed esordì con i trevigiani il 15 gennaio, nel pareggio per due a due sul campo dell'Udinese.[12] Nonostante l'arrivo del centrocampista, però, il Treviso non raggiunse la salvezza: i veneti furono così retrocessi in Serie B, ma Guigou rimase in rosa, poiché entrò nello scambio che portò a FirenzeMassimo Gobbi e Reginaldo.
Collezionò sessantanove apparizioni nella serie cadetta nelle successive tre stagioni, con due reti: nel marzo 2008 fu operato in artroscopia dal professor Marc Martens e questo intervento gli fece saltare parte del campionato. Nell'estate 2009, lasciò il Treviso e l'Italia per tornare nel paese natio, con la maglia del club che lo lanciò: il Nacional, con il quale siglò un contratto biennale.[13]. Dopo una stagione (nella quale ha marcato 14 presenze ed una rete) ha rescisso il contratto con la formazione uruguaiana ed è rimasto svincolato.[14]
Nazionale
Tra il 1999 e il 2004 giocò quarantuno partite per l'Uruguay, senza mai andare in rete.[15] Fece parte della spedizione che partecipò alla Copa América 1999: ai quarti di finale della competizione, nell'incontro con il Paraguay, la partita si concluse con il punteggio di uno a uno e furono necessari i calci di rigore per stabilire un vincitore. Guigou calciò e realizzò il secondo per la sua squadra e contribuì al passaggio del turno della Celeste.[16] In semifinale si ripeté, poiché servirono i calci di rigore anche per stabilire un vincitore tra Uruguay e Cile: anche qui Guigou siglò il secondo rigore e l'Uruguay approdò alla finale contro il Brasile[16]. I verdeoro si imposero però per tre a zero, con Guigou che subentrò a Federico Bergara nei minuti finali dell'incontro, rimediando anche un'ammonizione.[16]
Tre anni dopo, fu tra i convocati del commissario tecnicoVíctor Púa per il campionato del mondo 2002. Partì da titolare alla prima gara, contro la Danimarca, conclusasi con una sconfitta per due a uno.[17] Al secondo match, contro la Francia, non fu schierato titolare dall'allenatore, ma subentrò in luogo di Darío Rodríguez a poco meno di venti minuti dalla fine: l'Uruguay non andò oltre lo zero a zero con i transalpini.[18] Nella terza ed ultima gara del girone non fu impiegato, perciò le sue presenze al mondiale si fermarono a due, poiché l'Uruguay fu eliminato. Nel 2004 giocò l'ultima gara per la Celeste.
Dopo il ritiro
Dopo un periodo di allontanamento, Guigou è rientrato nel mondo del calcio nelle vesti di direttore sportivo dello Sportivo Bella Italia, compagine militante nella terza serie uruguaiana.[19]
^42 (0) se si comprende l'amichevole non ufficiale giocata contro i Paesi Baschi il 22 dicembre 1998
^ De Calo' Alessandro, Imparato Gaetano, Cecere Nicola, Recoba sarà interrogato, poi partirà, su archiviostorico.gazzetta.it. URL consultato il 6 gennaio 2019.
^A.S. Roma 2000-2001, su italica.rai.it, rai.it. URL consultato il 9 dicembre 2010 (archiviato dall'url originale il 14 novembre 2007).
^Roma-Bologna, su almanaccogiallorosso.it. URL consultato il 9 dicembre 2010.
^Siena, porte aperte per Cesar e Corradi, su archiviostorico.corriere.it, corriere.it. URL consultato il 9 dicembre 2010 (archiviato dall'url originale il 1º novembre 2013).
^(ES) "Una alegría indescriptible", su nacional.com.uy, 3 agosto 2009. URL consultato il 10 dicembre 2010 (archiviato dall'url originale il 6 agosto 2009).