Giovanni Antonio Delli Falconi fu il capitano delle truppe che partirono dal circondario tarantino in difesa di Otranto, che stava per essere attaccata da 15000 turchi e condivise il comando del presidio aragonese con Francesco Zurlo.[2][3] In una relazione fatta dal segretario di re Ferdinando I di Napoli e ai principi italiani si racconta che in un altro documento del tempo si dice che dopo dieci giorni d'assedio della città, "Il Falconi con molti armati perì eroicamente come Zurlo".[4] Infatti, nel giorno della battaglia, quando i turchi riuscirono ad aprire una breccia nelle mura, Giovanni Antonio coi propri valorosi accorse nella mischia in difesa dei cittadini, dopo che già il capitano Zurlo era perito, e ne seguì il medesimo destino.[5][6]
Lapide commemorativa apposta sulla facciata della Chiesa dell'Arciconfraternita del Carmine (o del Purgatorio), a ricordo dei martiri otrantini morti durante l'invasione turca dell'agosto 1480 e del prode capitano e condottiero Giovanni Antonio Delli Falconi che morì in difesa della città insieme ai suoi militi, combattendo contro gli invasori. Apposta a ricordo dei 500 anni passati dall'evento, nell'agosto del 1980.
«il Turco mandò ambasciatori al signor Giovanne Antonio delli Falconi e al Segnor Francesco Zurlo con proposta che si volessero rendere, e da loro li fu risposto, che volessero combattere di fuora, che loro si difenderanno da valorosi da dentro in servizio di Dio e del serenissimo loro signore e che morranno tutti.[7]»
Dediche
Ad Otranto, nei pressi della cattedraleromanica, le vie sono tutte dedicate agli eroi della battaglia di Otranto. Tra questi ce n'è anche una dedicata ad "Antonio Delli Falconi – capitano 1480".
A Pulsano, è stata apposta nell'agosto del 1980, sulla facciata dell'arciconfraternita del Carmine (o del Purgatorio) una lapide a ricordo del valore di Giovanni Antonio Delli Falconi e degli altri militi.
Note
^ Annastella Carrino, La città aristocratica: linguaggi e pratiche della politica a Monopoli fra Cinque e Seicento, Edipuglia, 2000, p. 161, ISBN88-7228-277-2.
^Martiri di Otranto, su otrantonelsalento.it. URL consultato l'8 settembre 2011.
^ Francesco Grasso, La poesia delle Calabrie, Volume 1 di La cultura letteraria della Calabria, Qualecultura, 1994, pp. p.133, ISBN88-16-90051-2.
^ Saverio La Sorsa, Storia di Puglia, Volume 3, Tip. Levante, 1953, pp. p.74.
^Grazio Gianfreda, Otranto nella storia, Edizioni del Grifo, 1997.
^Gli umanisti e la guerra otrantina. Testi dei secoli XV e XVI, a cura di L. Gualdo Rosa, I. Nuovo, D. Defilippis, Dedalo, 1982.
^ Francesco Tateo, Chierici e feudatari del Mezzogiorno, Laterza, 1984, pp. p.59, ISBN non esistente.
Lo stemma della nobile famiglia Delli Falconi o Falconi (o De Falconibus in latino).[1]
Maggiulli L., Delli Falconi Giov. Antonio (voce) in Dizionario Biografico degli uomini chiari di Terra d’Otranto (manoscritto) , vol. II (C-D), p. 398.
Salvatore Tomai, Pulsano e la Madonna dei Martiri - Una devozione secolare legata alla Guerra d'Otranto del 1480, Scorpione Editrice, Taranto 2014 ISBN 978-888099323-0
Salvatore Tomai, «Delli Falconi Giovanni Antonio» in Ricciardi P. (a cura), Gli Eroi della Patria e i Martiri della Fede: Otranto 1480-1481, Editrice Salentina, 2010.
^ L. De Bellis, I FALCONE CHE HANNO ABITATO A CENTURANO, in I NOSTRI AVI Forum Italiano della Commissione Internazionale permanente per lo Studio degli Ordini Cavallereschi, dell’Istituto Araldico Genealogico Italiano e di Famiglie Storiche d'Italia - Sito ufficiale: www.iagi.info, venerdì 18 maggio 2007, ore 17:36. URL consultato il 19 settembre 2023.
«La famiglia nobiliare veniva appellata anche Falcone, de Falconibus o Delli Falconi...»