Figlio di Stefano Manurritta e di Giovanna Angela Cossu, frequentò a Tempio Pausania la scuola elementare e, dal 1905, il Regio Ginnasio Giovanni Maria Dettori. Nel 1912 iniziò gli studi a Sassari, frequentando il liceo Azuni.
Con l'avvento della prima guerra mondiale fu chiamato alle armi e destinato a Modena, dove frequentò il corso per allievi ufficiali di fanteria. Il 28 marzo 1916 fu arruolato nel 45º Reggimento fanteria della Brigata "Sassari", con la quale partecipò ad alcune sanguinose battaglie sul Carso, sul Monte Fior nell'altopiano di Asiago e sull'altopiano dei Sette Comuni a Monte Castelgomberto, venendo seriamente ferito e costretto a subire l'amputazione di due dita della mano sinistra. In seguito, entrò a far parte della squadriglia di ricognizione e combattimento nella nascente arma dell'aviazione, comandata da Gabriele D'Annunzio, che ebbe modo di notarlo e lo definì il "Canoro alato", per via della sua passione per l'aeronautica e per il canto. Dopo varie altre missioni, il 1º agosto 1918 fu destinato al Comando Supremo Aeronautico di Roma. Fu congedato dall'Arma azzurra il 6 febbraio 1920.
Alla fine del conflitto Manurita decise di rimanere a Roma, dove si laureò in giurisprudenza e iniziò a studiare canto, sotto la guida di Alfredo Martino e di Emilio Piccoli (già maestro di Tito Schipa). Il 27 marzo 1922 debuttò al Teatro Quirino nel ruolo di Ernesto nel Don Pasquale di Gaetano Donizetti, a fianco di Salvatore Baccaloni nel ruolo del titolo, e il 10 agosto dello stesso anno sposò la conterranea Vanda Sanna, dalla quale ebbe due figli, Stefano e Maria Giovanna. Poco dopo fu ancora a Roma, dove si esibì in una serata benefica al Teatro Costanzi nel ruolo del cavaliere Des Grieux nel secondo atto della Manon di Jules Massenet, con Carmen Melis nel ruolo della protagonista.