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Gribaudi

Disambiguazione – Se stai cercando il cognome italiano, vedi Garibaldi (cognome).
Gribaudi
StatoItalia (bandiera) Italia
Forma societariaSocietà a responsabilità limitata
Fondazione1966 a Torino[1]
Fondata daPiero Gribaudi
Sede principaleMilano
SettoreEditoria
Prodottilibri
Sito webwww.gribaudi.it/public/shop/

La Piero Gribaudi Editore, meglio nota come Gribaudi, è una casa editrice italiana specializzata inizialmente in libri religiosi e di cultura religiosa.

Storia

La casa editrice fu fondata a Torino da Piero Gribaudi, scrittore ed editore di ispirazione cattolica.[2] Il primo libro, pubblicato l'11 maggio 1966, è una raccolta di testi (tra gli autori Michel Quoist, Louis-Joseph Lebret, C. Lopez, Lelotte, Charles de Foucauld) con il titolo: Tutti i figli di Dio hanno le ali. Raccolta di preghiere per la gioventù. Il secondo è di Giovanni Barra su Mazzolari, un profeta obbediente, il terzo di Luigi Rosadoni su La violenza dei disarmati, una raccolta di documenti e testimonianze sulla non-violenza cristiana. Il quarto libro è di Divo Barsotti su La Chiesa e Israele. E poi libri di David Maria Turoldo, Pierre Benoit, la comunità monastica di Bose, molti altri.[3]

Cinque le collane: "Biblioteca della gioventù", "Profeti nuovi", "Rosso di sera" (documenti e testimonianze), "Il chicco di senape" (problematiche postconciliari), "La Parola di Dio".[3]

Nel 1993 fu venduta e la sede fu spostata a Milano.[1] La casa editrice mantiene il nome del fondatore pur non essendo più di proprietà della famiglia Gribaudi. E oltre ai libri religiosi, allarga il campo ad altri settori tra cui il business.

Si è qualificata come grande editore dal 1998 al 2006 pubblicando oltre 50 titoli l'anno.[4]

Nel 2009 Piero Gribaudi, il fondatore, «conoscendo a fondo la pesante inefficienza e insufficienza in Italia in campo bibliografico», ha redatto il catalogo storico della casa editrice negli anni da lui diretta (1966-1993) con l'aggiunta di aneddoti editoriali.[3]

Note

  1. ^ a b Chi Siamo, su Gribaudi Editore. URL consultato il 20 aprile 2016 (archiviato dall'url originale il 12 maggio 2016).
  2. ^ Eugenio Raimondi, Addio a Piero Gribaudi, editore che "colmava vuoti", in Avvenire, 12 marzo 2019. URL consultato il 5 dicembre 2021.
  3. ^ a b c Catalogo storico (1966-1993) e aneddoti editoriali (PDF), su pierogribaudi.it. URL consultato il 20 marzo 2018 (archiviato dall'url originale il 20 marzo 2018).
  4. ^ Ricerca OPAC SBN, su opac.sbn.it.

Collegamenti esterni

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