Durante la terza guerra siriaca (246-241 a.C.) il re egizio Tolomeo III conquistò buona parte dell'impero seleucide di Seleuco II; tuttavia, appena tornò in Egitto, il re siriano riuscì a riconquistare la maggior parte dei territori persi, lasciando all'Egitto solamente delle colonie costiere.[1] Durante la guerra Antioco, fratello di Seleuco II, ricevette l'amministrazione dell'Asia Minore a ovest del Tauro come ricompensa del suo aiuto al fratello.[2]
Svolgimento
Antioco, però, forte della sua nuova nomina e della cattiva politica militare del fratello, si autoproclamò re a Sardi, appoggiato dalla madre Laodice I e dal generale Alessandro, loro zio (239 a.C.);[3] per questo si meritò il soprannome di Ierace (Ἱέραξ, Iérax, "falco").[4] Seleuco, allora, avanzò con le sue truppe e arrivò in Lidia, dove sconfisse l'esercito del fratello.[5] Tuttavia Antioco, essendosi alleato con il re del PontoMitridate II e con delle tribù di Galati, si scontrò nuovamente con Seleuco e lo sconfisse pesantemente nella battaglia di Ancyra (236 a.C.).[6] Seleuco fuggì quindi nella Cilicia orientale, perdendo così l'Asia Minore.[7]
Conseguenze
Antioco diventò quindi re, ma dovette affrontare le truppe galate che erano state sue alleate nella guerra, pagandole affinché non lo attaccassero;[8] sposò poi una principessa della Bitinia, figlia di re Ziaelas, assicurandosi alleati per la stabilità del suo dominio.[9]