Di umili origini, condusse un'esistenza di stenti, che rievocò poeticamente con il nome rimasto famoso, di vie de bohème, finché Arsène Houssaye lo accolse all'Arriste; in seguito collaborò ad altri giornali e pubblicò in appendice su Le Corsaire-Satan[1] la sua opera più famosa, Scene della vita di Bohème (1847-1849) da cui Giacomo Puccini e Ruggero Leoncavallo presero ispirazione per le loro rispettive opere liriche entrambe intitolate La bohème e che nel 1992Aki Kaurismäki portò al cinema. Raggiunse il successo e un certo benessere grazie alla riduzione di questa sua opera per il teatro nel 1849. Si ritirò dalla vita letteraria nel 1855 e finì i suoi giorni in un ospizio. Era amico del fotografo Nadar e del gruppo di artisti bohémien del Quartiere latino chiamati "Buveurs d'Eau".
Il talento di Murger, fatto di fantasia e di lirismo, trovò il tema congeniale nella vita scapigliata e romantica.
Nel 1849, in collaborazione con Thèodore Barrière, trasse dal suo primo romanzo un'opera teatrale, La vita scapigliata. Le sue poesie sono raccolte in Ballate e fantasie (1854) e Le notti d'inverno (1861).