Catturati dopo che il loro casale fu circondato da numerose forze nemiche furono imprigionati a Reggio Emilia e, il mattino del 28 dicembre 1943, tutti fucilati al poligono di tiro della città dai fascisti per rappresaglia, insieme ad un compagno di prigionia.
Critica
«C'era tutto. C'era un grande tema popolare. C'erano, a farlo, uomini che possedevano spirito per capirlo e bravura per realizzarlo [...]. Allora, cosa manca? [...] Manca l'afflato, quel qualcosa di indefinibile, di inafferrabile che nell'opera di cinema [...] arriva non si sa da dove all'ultimo momento, e per cui tutti i doni dell'intuizione creativa cadono contemporaneamente nell'opera viva [...]. Si direbbe che nel trasferimento in immagine tutto si sia contemporaneamente generalizzato e dissecato. [...] Forse, non so, Puccini ha avuto paura dell'enfasi epica, della retorica.»