Nella mitologia giapponese gli inugami (犬神?, inugami, "Cane Divino"[1]) sono una classe di shikigami (numi tutelari evocati da un onmyoji) dall'aspetto di, e spesso nati da, un cane, generati generalmente con scopi di vendetta o come guardiani da parte di un inugami-mochi (犬神持ち? "possessore di inugami"). Una volta generati, però, gli inugami sono esseri completamente indipendenti e possono rivoltarsi contro il loro possessore o usare i loro poteri per scopi diversi da quelli previsti. Sono inoltre capaci di possessione demoniaca.
Generazione
La credenza comune è che per creare un inugami occorra seppellire un cane fino al collo e porre un po' di cibo che non possa raggiungere; ci vorranno giorni perché il cane muoia, e durante questo tempo il padrone ripete al cane come la sua sofferenza sia insignificante in confronto alla propria. Quando il cane muore il suo spirito rinasce come inugami, e poiché il suo ultimo desiderio sarà stato quello di mangiare, il cibo posto intorno al suo corpo servirà a placarlo e a renderlo obbediente.[2][3]
Secondo una leggenda un'anziana donna, in cerca di vendetta, seppellì il suo cane lasciando la testa fuori, dicendo "se hai un'anima, fai la mia volontà e io ti venererò come un dio" e gli segò la testa con una sega di bambù. Il cane rinacque come inugami ed eseguì i suoi comandi, ma per vendicarsi della sua morte dolorosa perseguitò la donna.[4]
Molti piccoli villaggi giapponesi hanno almeno un'anziana donna che si pensa possieda il potere di inugami-mochi.
Caratteristiche
Come nella gran parte delle culture anche in Giappone il cane è generalmente visto come un compagno gentile e fedele, feroce verso i nemici del suo padrone; nel folclore giapponese i cani stessi sono considerati creature magiche e secondo una leggenda un tempo sapevano parlare, ma persero questa abilità. Secondo gli Ainu di Hokkaidō, però, i cani sono creature selvagge, pericolose, ma in qualche modo simili agli umani.
Nelle isole Oki gli inugami rivestono il ruolo che nel resto del Giappone si attribuisce alle kitsune; si crede che a un inugami-mochi siano concessi grande fortuna e successo e che i favori che fanno gli siano restituiti con gli interessi. Però gli inugami-mochi sono temuti dalle altre persone e hanno difficoltà a sposarsi; devono anche stare molto attenti a non offendere i loro inugami, perché essi potrebbero infuriarsi e rivoltarsi contro di loro.
Possessione demoniaca
Per diventare un kami un inugami deve abbandonare il suo originale corpo canino ed esso lentamente si deteriora e infine va in putrefazione come ogni comune cadavere. Se quando la sua missione è conclusa l'inugami non può tornare a occupare il proprio corpo cercherà di trovarne un altro, non di rado quello del suo padrone.
Si dice che essere posseduti da un inugami renda molto forti, fisicamente più robusti e in buona salute, curando ogni malattia precedente; però il posseduto in genere si comporta come un cane.
Film
La famiglia Inugami, in giapponese Inugami-ke no ichizoku, è un film del 1976 diretto da Kon Ichikawa. Il film racconta le vicende della famiglia Inugami subito dopo il termine della Seconda guerra mondiale con la conseguente sconfitta del Giappone.
Inugami[5], in Italia Inugami - Le divinità maligne è un film del 2001 diretto da Masato Harada. Akira, giovane insegnante di Tokyo, si trasferisce in un villaggio e si invaghisce di Miki, un'artigiana della carta. Akira dovrà confrontarsi con il segreto che la ragazza e la sua famiglia custodiscono: il potere di risvegliare l'inugami.
Note
^Letteralmente inu (犬?) è "cane" e kami (神?) è "divinità", quindi la traduzione letterale in lingua italiana potrebbe essere "Dio (in forma di) cane", ma "divinità" è intesa in senso lato, come "soprannaturalità" o "inspiegabilità"; per esempio si parla di kamikakushi (神隠し?) quando una persona sparisce in circostanze misteriose perché è come se fosse stato rapito da un ente sovrannaturale, come accade in senso letterale nel film La città incantata. La parola "inugami" si può quindi anche tradurre come "cane sovrannaturale".