Guzmán, studente universitario della Pontificia università cattolica del Cile, nel 1967, si impegnò nella resistenza all'occupazione dell'università da parte della sinistra e dei riformisti.
Il gremialismo
Non riuscì nel suo intento, ma diede vita nel 1968 ad un movimento filo-corporativista, definito movimento gremialista universitario, che conquistò la maggioranza dei voti all'università cilena[2]. Il suo fu un movimento di massa della borghesia, oppositore dal 1970 del governo di sinistra, democraticamente eletto, di Salvador Allende.
Durante la dittatura
Sostenne quindi, dopo il golpe del settembre 1973, il successivo regime militare di Pinochet. Nel 1975 fondò il Frente Juvenil de Unidad Nacional.
Si allontanò poi progressivamente dalle posizioni filo-corporativiste per aderire a posizioni filo-liberiste, supportato dai Chicago boys.
Nel 1987, insieme al Movimento di unione nazionale, al Fronte nazionale del lavoro e ad alcuni esponenti del Partito Nazionale, diede vita al Rinnovamento Nazionale. L'UDI, però, mantenne una sua autonomia organizzativa, che si manifestò appieno nel 1988, quando nel referendum su Pinochet, l'UDI rimase, a differenza dell'ala liberale di RN, a fianco del generale.
Alle prime elezioni democratiche del 1989, con l'UDI si presentò autonomamente e il suo movimento ottenne il 9,8% alla Camera ed il 5,1% al Senato, e lo stesso Guzman fu eletto al Senato,[4] entrando in carica l'11 marzo 1990.
L'assassinio
Ma nel 1991, a 44 anni Guzmán venne assassinato da due guerriglieri, davanti all'università dove insegnava diritto costituzionale, e il delitto fu rivendicato dal Fronte Patriottico Manuel Rodríguez, un'organizzazione paramilitare comunista. Arrestati, evasero 5 anni dopo[5].