Seguace di Francis Galton, applicò la genetica alla psicologia. Nel 1915 pubblicò Teoria genetica della realtà, la sua opera più celebre.
Alle sue teorie si ispirarono grandi psicologi europei tra cui Janet, Piaget e Vygotskij.[1]
Pensiero
Divise lo sviluppo umano in 4 stadi: pre-logico, quasi-logico, logico e iper-logico.
La sua più celebre teoria riguarda l'adattamento all'ambiente che avviene in due momenti: assimilazione, formazione di abitudini sulla base dell'integrazione degli elementi esterni in schemi, e accomodamento, formazione di nuovi comportamenti. Secondo il principio della selezione organica, gli individui meglio adattati all'ambiente tramite gli accomodamenti sviluppati nella loro ontogenesi sopravvivono più a lungo e riproducendosi danno luogo a una discendenza in cui è conservata la loro modalità di adattamento individuale; questo prende il nome di effetto Baldwin.[1]
Note
^abcd Luciano Mecacci, Storia della psicologia del Novecento, Editori Laterza, p. 261-263.