Lo Joods Historisch Museum ("Museo Storico Ebraico") è un museo di Amsterdam, nei Paesi Bassi dedicato alla storia, alla cultura e alla religione del popolo ebraico. È l'unico museo sull'Ebraismo del paese, il più importante al di fuori di Israele.[1][2]
Il museo è ospitato dal 1987 in quattro sinagoghe costruite dagli ebrei ashkenaziti tra la seconda metà del XVII e la metà del XVIII secolo, abbandonate durante la seconda guerra mondiale, restaurate negli anni settanta-ottanta e collegate tra loro attraverso passaggi pedonali in vetro.[2][3][4] Si tratta della Grote Sjoel o Grote Synagoge ("Grande Sinagoga", la più antica della città, costruita nel 1670-1671 su progetto dell'architetto Elias Bouman), dell'Obbene Sjoel("Sinagoga Superiore", risalente al 1686), della Dritt Sjoel("La Terza Sinagoga", eretta nel 1700) e dalla Neie Sjoel o Nieuwe Synagoge("La Nuova Sinagoga", costruita nel 1752 e il cui progetto è attribuito a G.F. Maybaum).[2][4][5][6][7]
Il museo illustra i vari aspetti della cultura ebraica: dalla religione e le feste rituali, alla vita sociale ed economica. Vi sono sezioni dedicate, tra l'altro, ad Israele e al sionismo, alla persecuzione, all'olocausto, al ruolo (specie economico) degli Ebrei nei Paesi Bassi, alla filosofia giudaica, ecc.[2][4][8][9] e una sezione, il Kindermuseum, dedicata ai bambini.[7]
Il museo ospita anche una biblioteca (ubicata nell'Obbene Sjoel), dove è disponibile, oltre al materiale cartaceo, anche del materiale audiovisivo, e un ristorante-caffè, dove vengono serviti piatti rigorosamente kosher.[4][6]
Gli oggetti attualmente esposti sono circa 50.000[7] e vi sono numerosi oggetti di culto quali baldacchini, veli, menorah, tende, oltre a pezzi di argenteria, dipinti e altro ancora.[4][10] Sono anche esposti i documenti falsi che venivano utilizzati dagli Ebrei nel tentativo di sfuggire alle deportazioni naziste.[9]
Tra i pezzi "forti" della collezione permanente, figurano, tra l'altro, un'arca santa in legno del 1791, il manoscritto miniato dell'Haggadah redatto nel 1734 dallo scriba Giuseppe di Leibnik e i dipinti autobiografici di Charlotte Salomon, morta a 26 anni ad Auschwitz nel 1943.[2][4][5][11]
Storia
Il vecchio museo
La storia del museo ebbe inizio il 23 maggio 1930 con la nascita della fondazione Joods Historisch Museum.[7] Il museo venne quindi inaugurato il 24 febbraio 1932 nell'edificio dell'antica pesa pubblica (Waag) in Nieuwmarkt.[7] Il numero di oggetti esposti era inizialmente di 355,[7] ma raddoppiarono nel giro di cinque anni.[7]
Durante l'occupazione nazista il museo venne chiuso nel 1940,[7] ma nel frattempo, tra il 1939 e il 1943, circa 600 degli oggetti esposti vennero trasferiti allo Stedelijk Museum nel tentativo di salvare la collezione.[7] Molti pezzi della collezione furono però saccheggiati dai nazisti il 23 aprile 1943 e trasferiti all'Istituto di Studi Ebraici di Francoforte sul Meno[7] e, per questo motivo, gran parte della stessa andò perduta[6] e meno del 25% della collezione originaria[8] venne recuperata dopo il conflitto,[7] altri furono aggiunti grazie a donazioni private:[6] così, il 14 luglio 1955 il museo poté riaprire i battenti alla presenza del premier Willem Drees.[7]
A partire dal 1975, il museo, che da quel momento iniziò ad occupare due piani della Waag,[7] fu fornito anche di una mediateca.[7]
Il nuovo museo
Nel 1987, il museo fu trasferito dallaWaagalla sede attuale: l'inaugurazione avvenne il 4 maggio alla presenza della reginaBeatrice.[7] Le quattro sinagoghe che lo ospitano, saccheggiate durante la seconda guerra mondiale e rimaste inutilizzate[7] dal 1943, erano state donate negli anni cinquanta dalla comunità ebraica alla città di Amsterdam, che, tra anni settanta e gli anni ottanta, compì una costosissima opera di restauro.[4][5] Furono collegate tra loro tramite passaggi in vetro e strutture metalliche.[2][4][5]
Nel 1989, il museo ha avuto un importante riconoscimento, assicurandosi il Council of Europe Museum Prize, per il lavoro di architettura moderna adattato ad architetture più antiche.[7]
Tra il 2004 e il 2007, il museo ha subito un'opera di restauro, mentre nel 2006 vi è stato un ampliamento con una sezione rivolta ai bambini, chiamata Kindermuseum.[7]
^abcdefWaidermann, Siggi, Guida Marco - Polo - Amsterdam, trad. italiana di Margherita Boccalerio, Mairs Geographischer Verlag, Ostfildern - De Agostini, Novara, 1999
^abcdefghBorowski, Birgit - Boumer, Achim - Reitzig, Karin - Strüber, Reinhard, Amsterdam, trad. italiana di Valentina Giuliani e Sonja Liebhardt, Karl Baedecker Verlag, Ostfildern - De Agostini, Novara, 2004