Venne sviluppato dal precedente Jumo 205 alla fine degli anni trenta, quando sorse la necessità di avere a disposizione un motore adatto a potenziare ricognitori d'alta quota, capaci di volare al di là della quota di tangenza dei caccia nemici, e dalla lunga autonomia di volo. Per ottenere tali caratteristiche, lo Jumo 205 venne dotato di un turbocompressore a gas di scarico che alimentava la pompa di lavaggio con l'aggiunta di un interrefrigeratore a valle della stessa. Nelle versioni più potenti, il motore si mostrò in grado di sviluppare una potenza al decollo di 1 000 CV (735 kW) e di mantenere la piena pressione di alimentazione fino a 10 000 m di quota. Come velivolo venne scelto una versione modificata del bombardiere Junkers Ju 86 che, dotata di cabina pressurizzata e così motorizzata, in versione Ju 86P e Ju 86R aveva una quota operativa superiore ai 14 000 metri.[1][2]
Versioni
Jumo 207A
prima versione avviata alla produzione in serie, dotata di stesse misure di alesaggio e corsa dello Jumo 205, caratterizzata da un rapporto di riduzione con l'elica pari a 0,632 e capace di sviluppare 880 CV (647 kW) al decollo.
Jumo 207B
primo sviluppo, dimensioni interne come lo Jumo 207A ma con diverso rapporto di riduzione con l'elica pari a 0,602. Sottoversione B-1 non costruita, B-2 avviata alla serie e B-3 equipaggiata con sistema di iniezione GM-1,
Jumo 207C
simile al B
Jumo 207D
ultimo sviluppo senza alcuna applicazione a velivoli: alesaggio incrementato a 110 mm per una cilindrata totale di 18,2 L.
^ Ernst Heinrich Hirschel, Horst Prem e Gero Madelung, Aeronautical Research in Germany: From Lilienthal until Today, Berlino, Springer Science & Business Media, 2012, pp. 210-211.
^ Paul Howard Wilkinson, Diesel Aviation Engines, New York, National Aeronautics Council Inc., 1942, pp. 50-55.