Ispirandosi all'esperienza della testata americana Time, Sechi trasformò Panorama in un settimanale di formato tabloid e dal taglio veloce, con un linguaggio spigliato e senza nessuna riverenza politica.
Sechi inventò per Panorama lo slogan "I fatti separati dalle opinioni".[3]
La linea politica del settimanale sotto la direzione Sechi era moderatamente di sinistra (lui la chiamava "kennediana") e decisamente laica. Tutti gli articoli dovevano essere improntati a un medesimo stile, sobrio ma narrativo, con la continua ricerca del retroscena e del dettaglio di colore, in modo da differenziarsi dalla prosa paludata dei quotidiani dell'epoca.
Alcune rubriche di Panorama, come "Periscopio", facevano discutere per la presenza di gossip e di nudi femminili.
Nel giro di pochi anni Panorama di Sechi divenne il settimanale italiano più letto e il suo successo costrinse anche il principale concorrente L'Espresso a passare al formato tabloid.
Lasciato Panorama nel 1979, Sechi divenne in seguito direttore di quotidiani (come La Nuova Venezia) e di altri settimanali (come L'Europeo), oltre che direttore editoriale dei periodici Rizzoli.[2]