La sua funzione negli idiomi antichi era quella di indicare la posizione sia spaziale che temporale (corrispondente quindi al complemento di stato in luogo e di tempo determinato), ma nelle lingue baltiche e nelle lingue slave in cui è ancora utilizzato indica anche il complemento di argomento e altri complementi, a seconda delle preposizioni da cui è preceduto.
La sua scomparsa in lingue più moderne è dovuta ad una generale tendenza alla semplificazione e nello specifico al sincretismo, cioè fusione delle funzioni dei casi e conseguente riduzione del loro numero[2].
Il caso locativo, ancora attivo nel latino arcaico, permane nel latino classico solo per alcuni sostantivi ed espressioni di uso comune, nomi di città o piccola isola, e relitti di valore avverbiale. Le uscite attestate in latino arcaico (tendenzialmente -ǐ) e modificate dal latino classico sono le seguenti:
Declinazione
Latino arcaico
Latino classico
Prima
-ai
-ae
Seconda
-ei / -oi
-i
Terza
-ei / -e
-i / -e
Quarta
-i
-i
Quinta
-i (?) / -e
-i (?) / -e
Dal prospetto si vede il motivo per cui esiste la tendenza comune, ma errata, di associare il locativo (singolare) al genitivo per le prime due declinazioni e al dativo/ablativo per la terza e per la quinta. Questo è solo un artificio di alcune grammatiche usato per dare una regola mnemonica[5]. La somiglianza/coincidenza fonetica è solo frutto dell’evoluzione della lingua e del sincretismo linguistico che hanno indotto nel tempo un’omofonia del locativo con altri casi. Le forme plurali di locativo si erano già fuse con l’ablativo per somiglianza e quindi le terminazioni sono -is or -ibus (cfr. Athenis e non in Athenis, Trallibus e non in Trallibus).
Di seguito si riportano alcuni nomi di città o di piccola isola che hanno forme attestate di locativo, insieme a forme avverbiali cristallizzate di antichi locativi e i nomi comuni che possiedono un locativo in quanto tali (in corsivo) cioè non trasformati in avverbi:
DECLINAZIONI
Prima
Seconda
Terza
Quarta
Quinta
Alba, -ae
Albae
(ad Alba)
Ariminum, -i
Arimini
(a Rimini)
Mediolanum, -i
Mediolani
(a Milano)
Calaris, -is
Calari/Calare
(a Cagliari)
Domus, -us
Domi
(a casa)
dies, -ei
die/diuNota 1
(avv.: di giorno)
Creta, -ae
Cretae
(a Creta)
Assisium, -ii
Assisii
(ad Assisi)
Tarantum, -i
Taranti
(a Taranto)
Carthago, -inis
Carthagini
(a Cartagine)
senatus, -us
senati
(in senato)
*pri + die
pridie
(avv: il giorno prima)
Florentia, -ae
Florentiae
(a Firenze)
Asculum, -i
Asculi
(ad Ascoli)
Samus, -i
Sami
(a Samo)
Neapolis, -is
Neapoli
(a Napoli)
hoc die
hodie
(avv.: oggi)
Melita, -ae
Melitae
(a Malta)
Brundisium, -i
Brundisii
(a Brindisi)
Sutrium, -i
Sutri
(a Sutri)
Tibur, -is
Tiburi
(a Tivoli)
posteri die
postridie
(avv.: domani)
Setia, -ae
Setiae
(a Sezze)
Barium, -ii
Barii
(a Bari)
Rhodus, -i
Rhodi
(a Rodi)
lux, -cis
luci
(avv.: di giorno)
*per + die
perendie
(avv.: dopodomani)
Roma, -ae
Romae
(a Roma)
Cingulum, -i
Cingoli
(a Cingoli)
Teanus, -i
Teani
(a Teano)
rus, -ris
ruri/rure
(in campagna)
*quot(t)ei-die
cotidie
(avv.: ogni giorno)
militia, -ae
militiae
(in guerra)
Clusium, -i
Clusii
(a Chiusi)
animus, -i
animi
(nell’animo)
tempus, -oris
tempori/temperi
(avv: a proposito)
*mediei-die
meridie
(avv.: a mezzogiorno)
vicinia, -ae
viciniae
(nel vicinato)
Corinthus, -i
Corinthi
(a Corinto)
bellum, -i
belli
(in guerra)
vesper, -is
vesperiNota 2
(avv.: di sera)
Cyprus, -i
Cypri
(a Cipro)
focus, -i
foci
(al centro)
Drepanum, -i
Drepani
(a Trapani)
humus, -i
humi
(a terra)
Lanuvium, -i
Lanuvi
(a Lanuvio)
*per + ager
peregri
(avv.: all’estero)
Nota 1 Diu: è una forma arcaica cristallizzata del locativo di dies, dalla forma dieues imparentata col greco Zeus[6][7][8]. Da diu per analogia esiste un altro avverbio ,noctu di notte, da nox, noctis (cfr. diu noctuque).
Nota 2 vesperi: il sostantivo di origine può essere sia di seconda che terza declinazione (vesper, vesperi; vesper, vesperis).
Espressioni comuni in cui si può incontrare il locativo sono:
domi bellique: in tempo di pace e di guerra
domi militiaeque: in tempo di pace e di guerra
die quarto (arcaico die quarti, in cui si vede la forma propria del locativo nell’aggettivo di prima classe): il quarto giorno
sanus mentis et animi est (animi è inteso come locativo[9]): sano nella mente e nell’animo
terra marique (due ablativi, anche se mari potrebbe essere un locativo): per terra e per mare, dappertutto.
In genere le concordanze con gli aggettivi al locativo sono evitate e si preferisce l’uso di in + l’ablativo (in magna domo). Eccezioni riguardano le espressioni sopra citate che contengono un aggettivo, aggettivi possessivi (domi meae) e aggettivi che fanno parte dei toponimi (Apuli Teani, Albae Longae).
Avverbi di tempo e luogo probabilmente derivati da locativi di sostantivi non esistenti in latino sono heri/e (ieri) e foris (fuori). Un ulteriore avverbio mani/mane (di mattina da cui in italiano stamani e domani) sembrerebbe essere invece un regolare ablativo.[4]
Possibili antichi locativi sono avverbi di (stato in) luogo derivati da pronomi quali ubi, ibi, hic, istic, illic.[4][10][11]
Si ritiene, infine, che il modo verbale infinito presente attivo latino (e italiano, desinenza -re < -se) derivi dal locativo dei sostantivi corrispondenti mentre l’infinito presente passivo latino (desinenza -ri) sia invece riconducibile al dativo.[12][13][14][15]
Greco antico
Anche in greco antico il locativo è ridotto a un semplice relitto (è stato assorbito dal dativo) e ne rimangono tracce, riconoscibili per l'uscita in -ι, in parole come χαμαίa terra, οἴκοιa casa, αἰείsempre, ἐκεῖqui, ecc.
In etrusco (lingua non indoeuropea)
In etrusco si forma aggiungendo -i al tema del nome.[16]
Es. tmia (tempio) → tmiai (nel tempio); divenuto poi tmie per (ai > e)
Per formare il locativo si può aggiungere anche il suffisso -θi , che significa "nel".[16]
^E. R. Luján, Á. López Chala "Chapter 9 Reconstructing Semantic Roles: Proto-Indo- European *-bhi". In Reconstructing Syntax Leiden, The Netherlands: Brill., 2020, https://doi.org/10.1163/9789004392007_010
^abcMorfologia nominale flessionale, Prof. ssa Paola Cotticelli, https://www.corsi.univr.it/documenti/OccorrenzaIns/matdid/matdid426202.pdf
^Alfonso Traina, Giorgio Bernardi Perini, Propedeutica al latino universitario, Pàtron, Bologna, 2007, pagg. 201-204
^Plauto: lettura di amphitruo: arg. II, Università di Bologna, https://www.google.com/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=&ved=2ahUKEwib677e-_KCAxWBV0EAHUGsDUYQFnoECA4QAQ&url=http%3A%2F%2Flinclass.classics.unibo.it%2FDidattica%2Fdownload%2FPlauto2007.pdf&usg=AOvVaw2_QW71NF1N6b6MZuW-FcDm&opi=89978449
^Dies and the fifth declension, https://latin.stackexchange.com/questions/11024/dies-and-the-fifth-declension
^Sintesi della morfologia nominale e verbale, Università di Chieti, https://www.dilass.unich.it/sites/st06/files/sintesi_morfologia.pdf
^W. M. Lindsay, Syntax of Plautus http://www.perseus.tufts.edu/hopper/text?doc=Perseus:text:1999.04.0070:chapter=2
^Hic and Ibi in Latin, The American Journal of Philology, Vol. 103, No. 1 (Spring, 1982), pp. 99-101, The Johns Hopkins University Press.
^Il caso curioso dell’infinito soggetto in latino. In G. Marotta, F. Rovai (a cura di), Ancient Languages between Variation and Norm. Numero monografico di «Studi e Saggi Linguistici», LIII (2), 401-418.
^F. Stolz, M. Leumann, Lateinische Grammatik, Beck, Monaco, 1977.
^A. Ernout, F. Thomas, Syntaxe latine, Klincksieck, Parig, 1964.
^C. Bennett, Syntax of Early Latin, Olms, Hildesheim. 1914.